han tenuto testa a papi e imperatori, e, o addirittura, risalen.do alle origini, che le sibille antecedono i profeti nella schiera dei primi interpreti del divino. Nessuno più, ad eccezione della già citata Simone de Beauvoir, si sognerebbe oggi di porre il problema della donna nei termini insieme positivistici e assurdi in cui l'aveva impostato il femminismo; perchè a tutti è ben chiaro che il problema della donna d'oggi è quello che il suo lavoro sia . meglio impiegato, in una organizzazione sociale meno meccanicisticamente articolata, più elastica di quella attuale. La quale costringe la donna, che ha non minore, m.a diversa capacità di resistenza e rendimento fisico e intellettuale, a competere gomito a gomito con gli uomini, invece di individuare più precisan1ente gli spazii che meglio le si addicano: siano quelli dell'edu- . cazione di cui essa (ed è vano rimpiangere che gli uomini siano pressochè scomparsi dall'insegnamento medio inferiore) ha jnvaso sempre più ampii territorii; siano certi settori dell'amministrazione o delle cosiddette << rela- ' zioni umane >>; sia lo stesso lavoro di ricerca, di classificazione, di precisione nei più varii campi. Salvo, naturalmente, il diritto delle vocazioni e capacità individuali ad affermarsi in qualsiasi campo. Ma l'aspetto principale del problema della donna d'oggi resta non quello del lavoro in genere, bensì quello della casa e del lavoro domestico: due cose di cui, molti credono, non mette più conto di discorrere, perchè sono residui arcaici che la civiltà moderna tende a far scomparire; gli architetti disegnano abitazioni sempre più sintetiche, i disegnatori industriali macchine domestiche sempre più perfette, per non parlare degli sviluppi della cibernetica e così via. 1'Ia anche ammesso che la fantascienza finisca col diventare realtà, è chiaro che per ora le cose stanno diversamente; e che, invece di liberarsi dalla cosiddetta schiavitù del lavoro domestico, la società - moderna l'ha resa assai più pesante, ne ha, per essere precisi, fatto davvero quel che prima non era, e cioè una schiavitù. Basta pensare alla donna del paese che offre l'esempio dela massima modernità, ossia gli Stati Uniti: per nessuna massaia d'altri tempi, pur sprovveduta di donne di servizio, il lavoro domestico è mai stato così gravoso, così assorbente e soffocante come esso lo è per la donna americana d'oggi, fornita di tutte le possibili macchine. La faticosità del lavoro domestico pesa, di fatto, sulla vita americana come una cappa di piombo; e, come è naturale, opprime in misura pressochè pari anche agli uomini; i famosi piatti da lavare non sono che un det- [85] ·Bibloteca Gino Bianco
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