Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

di nuovi vign·eti e un ridimensionarr1ento della produzione, il P.C.I. si rifiuta di prendere in considerazione le eventuali esigenze derivanti dall'inserimento dell'Italia nel MEC; queste tesi sono proprie, a parere dei comunisti, della Confida e dell'on. Bonomi, che tendono a rigettare il peso della crisi sui piccoli produttori e sui lavoratori (Unità, 12 settembre). Con maggiore ricchezza di argomentazioni, le stesse tesi erano state sostenute dall' on. Di Vittorio, in un comizio tenuto a Lecce 1'8 settembre: per il segret.ario della C.G.I.L. la riduzione della produzione voluta dai proprietari è una strada falsa e pericolosa, perchè ai due milioni di disoccupati altri se ne aggiungerebbero, mentre v'è una sola via di uscita, quella che porta all'allargamento dei consumi migliorando i redditi dei lavoratori che oggi non possono comprare vino. Vivace, d'altra parte, è la campagna dei comunisti contro la organizzazione della Federconsorzi e la struttura speculativa degli enopoli consortili (29 ). La posizione dei socialisti non si discosta sostanzialmente da quelle di altri ambienti democratici, salvo che per un peregrino accenno agli ostacoli che attualmente verrebbero fr,apposti all'esportazione di vino verso i mercati dell'Europa orientale, come quello polacco, << che pure avrebbero notevoli potenziali capacità di assorbimento>> (L.L. sull'Avanti! del 14 settembre). Notevoli, per chiarezza di impostazioni e vivacità polemica, le opinioni espresse sull'organo del P.R.I., che p11òvantare un antico e costante interessamento per i problemi del settore vitivinicolo, per merito soprattutto del1' on. De Vita, Presidente dell'Associazione Viticultori Italiani. Secondo la Voce Repubblicana (11 settembre '57) la crisi della viticultura è crisi di fondo, strutturale e non congiunturale, e il suo aggravarsi dimostr,a che « questo Governo, come quelli che lo hanno preceduto, non ha un indirizzo di politica economica e meno che mai una politica per l'Agricoltura »; costretto ( 29 ) Sul funzionamento di questi enopoli ci informa una corrispondenza de l'Unità (5 settembre). I Consorzi agrari nel leccese do1ninano il mercato e fanno il prezzo dell'uva. Pagano l'uva al prezzo di piazza, anticipando al produttor e il . 75% del prezzo stesso; le anticipazioni sono finanziate dal Banco di Napo li. La vendita del prodotto, sulla base della quale si faranno, poi, i conguagli, è curata da una Commissione nella quale sono rappresentati il Consorzio, la Federconsorz i, il Banco di Napoli e tre rappresentanti dei produttori conferenti eletti con il voto esp resso in proporzione dei quintali di uva conferita. [78J Bibloteca Gino Bianco

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