contiene un',analisi realistica e spregiudicata del problema, di cui non si nasconde la gravità, per affermare, tra l'altro, che « probabilmente è stato un errore procedere con tanta facilità all'impianto di nuovi vigneti nella zona di Riforma>>, dove è chiara l'allusione alla politica agraria Segni - Colombo. Parimenti critica nei riguardi dell'azione governativa sembra mostrarsi la CISL, che, rilevata la lentezza e l'inadeguatezza d.ell'intervento governativo, << chiede prof onde innovazioni nella politica agraria del nostre Paese >>(27 ). Ciò che i democristiani definiscono « inserimento dei comunisti >>nella questione vitivinicola, è invece la riprova dell'attivo interessamento che il PCI porta da tempo al disagio che serpeggia tra i viticultori e i produttori ( 27 ) Cfr. Il Popolo, 14 settembre 1957. Del resto, lo stesso Bonomi assumerà presto una posizione polemica nei riguardi del Governo. Al Convegno dei Dirigenti della Coltivatori Diretti (Cfr. il Corriere della Sera, 3 ottobre 1957) egli dichiara che la crisi era stata << antiveduta dalla Confederazione che, alla fine dello scorso agosto, si faceva promotrice di una serie di proposte al Governo, ma che esse non vennero ascoltate. Bonomi aggiunge di aver avuto, in tale occasione, tutto l'appoggio della direzione D.C. (Fanfani, nel suo discorso, confermerà più tardi di aver levato in tempo il grido di allarme: Attenti all'Agricoltura! .A~nchela D.C. però non venne ascoltata) ». La polemica tra il Partito e il Governo diventa, perciò, aperta, e si allarga a tutta la politica agraria, man mano che la D.C. accentua i motivi elettoralistici e dimostra di voler appoggiare le rivendicazioni settoriali. Nello stesso Convegno l' on. Colombo che, a nome del Governo, dimostra di voler resistere ad alcune richieste della Coltivatori Diretti, è costretto a ricordare gli sforzi compiuti per una politica coordinata in Agricoltura. Critiche vivaci all'operato di Bonomi e alle sue manovre tramite la Federconsorzi muovono i democristiani di sinistra. Su Politica, settimanale fiorentino che rispecchia le idee di quegli ambienti, leggiamo a proposito degli accordi stabiliti tra Federconsorzi e organizzazione bonomiana, e approvati dal Governo: << Questi accordi tra una organizzazione di categoria ( come la Coltivatori Diretti), un organo che agisce per conto dello Stato, ma senza che lo Stato eserciti un serio controllo sul suo operato (come i Consorzi Agrari) e un'organizzazione commerciale (se ne vorrebbe sapere il nome) che affitta numerosi stabilimenti per un'opera di bene, non sono corretti, in quanto coinvolgono interessi privati categoriali, nazionali, in ultin1a analisi tutti d'accordo nel riversare gli oneri dell'operazione sullo Stato, cioè su tutti noi)> (articolo di Guido Mari, del 1 ° ottobre 1957). [76] BiblotecaGino Bianco
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