do equilibrio tra domanda ed offerta del prodotto >>)annuncia che un primo passo è stato fatto con l'invito rivolto dal Governo alla Federconsorzi a procedere agli acquisti di uve ·e di mosti, nonchè alle scorte dei vini finora invenduti. Le pressioni della « bonomiana », da questo momento, si faranno più insistenti: e con l'accento posto, git1stamente, sulle deficienze delle attrezzat11re associative per la trasformazione del prodotto ( << Le cantine sociali - dichiara Bonomi in una conferenza stampa del 13 settembre - lavorano non più di un decimo della produzio11e complessiva n.azionale ») con la funzione affidata e riconosciuta alla Federconsorzi, mobilitata all'uopo dall'organizzazione bonomiana, si ha un'indicazione abbastanza chiara degli obbiettivi che si vogliono raggiungere: attribuzione di una funzione preminente e permanente alla Federconsorzi in questo settore, sia incoraggiando e sostenendo la moltiplicazione degli enopoli consortili, organismi ibridi che sfuggono al controllo dei produttori, sia istituendo una gestione ammassi con contributo statale. L'atteggiamento del Governo, sul problema vitivinicolo, è volto a mi .. nimizzare la crisi e ad assicurare che i provvedimenti presi e da prendere faranno superare agevolmente la congiuntura. È noto l'ottimismo delle dichiarazioni fatte a più riprese dall'on. Colombo: interrogato da un redattore dell'ANSA quando già è aperta la polemica sui fatti del Brindisino egli torna a ribadire la convinzione, già espressa precedentemente, che << una serie di fatti e circostanze della più chiara obbiettività portano a prevedere una sicura ripresa del mercato del vino. Si tratta di accelerare tale processo di normalizzazione e a quel fine sono state prese le prime concrete i11iziative il cui effetto viene corrispondendo all'aspettativa>>. I sintomi della ripresa, a suo dire, sono evidenti, perchè con l'inizio dell'attività della Federconsorzi e il preannuncio degli interventi per favorire la distillazione e p~r la concessione di crediti ai vinificatori, nello spazio di una settimana, << il prezzo delle uve di tipo corrente è salito da 2.500 al quintale a L. 3.100, 3.200 e ancor più. Analogamente il prezzo del vino si è spostato da 330 - 340 a 360- 365 lire ad ettogrado ». La crisi poi investirebbe solo un numero li-· mitato di provincie, segnatamente delle P·uglie e della Sicilia (25 ). ( 25 ) Queste dichiarazioni suscitano vivaci reazioni polemiche; è evidente che la crisi non riguarda solo le Puglie e 1a Sicilia, ma l'intero isettore vinicolo. La Voce Repubblicana (articolo a firma p.b., nel numero del 12 settembre), così commenta [74] BiblotecaGino Bianco
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