Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

stenute nella stampa degli ultimi mesi, e, di riflesso, delle posizioni dei partiti e delle organizzazioni sind_acalidi categoria. Nell'agosto scorso 1~ « crisi vitivinicola>> interessò l'organo della Democrazia Cristiana che probabilmente preparava un rilancio propagandistico in appoggio alle richieste di «provvedimenti» che si accingeva a presentare l'on. Bonomi e alle << cor1cessioni>>che il Governo era disposto a / fare. L'espressione << rilancio sul piano nazionale di segnali di allarme già espressi in periferia dalle organizzazioni della Democrazia Cristiana» si legge i11un editoriale che il << Popolo » del 1 settembre dedica alle << Provvidenze per i viticoltori>>, e che trovano più a1npia illustrazione nella intervista concessa dall'on. Bonomi all'organo della D. C. e pubblicata nello stesso numero. Tra l'agosto e la prima settimana di settembre, in concomitanza con le prime pubbliche manifestazioni di disagio degli agricoltori pugliesi, di Lecce, di Taranto, di Brindisi, l'organo democristiano dà largo posto, nella su.a prima pagina, al problema vitivinicolo, sia per far eco alle iniziative dell'on. Bonomi, sia per dar conto dell'azione governativa. N·ella diagnosi fatta dall'on. Bonomi, ed accettata dal «Popolo», la crisi attuale dei prezzi « non è stata provocata da un fenomeno di sovraproduzione: sarebbe forse più esatto parlare di crisi di sottoconsumo, perchè è innegabile il fatto che, se il popolo italiano si riportasse ai consumi unitari di 130- 140 litri (di vino) per abitante caratteristici dell'anteguerra, normali in Francia, potrebbero essere assorbite produzioni .anche sensibilmente superiori ai 60 milioni di quintali>> (Intervista al Popolo del 1 ° settembre 1957). Bisogna perciò agire sui consumi, migliorare la produzione, abbassare i costi, avvicinare il consumatore .al produttore, ridurre i pesanti carichi fiscali che gravano sul vino e la viticoltura, propagandare i nostri prodotti all'interno e all'estero. L'incidenza delle spese di intermediazio11e può essere ridotta .aiutando con opportune agevolazioni fiscali e creditizie gli stabilimenti di vinificazione collettiva; questo deve fare lo Stato che non può rimanere << agnostico>> di fronte al problema. Quanto all'imposta di consumo essa non può essere abolita per varie r.agioni, non ultima per quella che, se si imbocca questa strada, bisognerebbe anche per dovere di equità abolire l'imposta sulle carni, sull'olio, e su altri generi di prima necessità per i -consumatori e di fondamentale importanza economica per i -- produttoriù Si possono invece ridurre le imposte e le sovrimposte locali che [72] BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==