condizionano lo sviluppo dell'agricoltura meridionale e che si identificano con la scarsezza di capitali, la inadeguatezza dei metodi coltur,ali e l'assoluta mancanza di organizzazioni associative fra i produttori. Circa il primo di questi fattori la situazione si fa sempre più pesante, per la decurtazione crescente dei redditi agricoli. Quanto alla mancanza di associazione fra i produttori, è noto che essa, rendendo più facili le speculazioni, mette alla mercè delle manovre del mercato le categorie rur,ali; l'arretratezza dej metodi colturali, poi, provoca una discontinuità quantitativa e qualitativa della produzione, con le conseguenze che tutti sappiamo. C'è da aggiungere che la produzione vitivinicola meridionale è destinata quasi interamente al mercato, perchè il Sud produce in prevalenza uve da taglio che si ven.... dono sulla pianta ai commercianti che operano per conto delle industrie vinicole, le quali hanno nel Nord la maggior p,arte dei loro impianti. La vinificazione in proprio, che pure è largamente praticata nel Mezzogiorno con metodi rudimentali, implica alti costi, nè assicura la tipicità dei prodotti, i quali non possono competere, sul mercato, con i vini lavorati negli enopoli e qualitativamente superiori. Dei 300 enopoli e cantine sociali esistenti in Italia il 75% si trova nelle regioni del Nord, il 9°/4 nell'Italia centrale e solo il 16% nel Sud (19 ), la cui produzione di uve è, invece, pari a circa il 37% del totale italiano. Ne consegue che una larga zona della viticoltura meridionale resta indifesa e maggiormente esposta alle crisi del mercato; d'altra parte il processo di diffusione della coltura specializzata, che ha interessato in particolar modo la Puglia e la Sicilia (e, in misura minore, anche le altre regioni), ha reso ancora più debole la struttura agricola meridionale già « tradizionalmente imperniata sulla produzione di colture arboree ed orticole (vite, olivo, ecc.») (20 ), per cui basta una strozzatura del mercato, una sfavorevole congiuntura di politica i11ternazionaleche limiti la esportazione, a mettere in crisi l'economia familiare di milioni di lavoratori della terra. È il caso del Brindisino e delle altre regioni vitivinicole. È superfluo aggiu11gere cl1e questi sono mali cronici, contro i quali ben poco possono anche i più volenterosi interventi governativi a carattere immedi~to; resta comunque acquisito che ogni crisi di uno dei settori più ( 19 ) Questi dati in La Stampa, art. cit. del 4 settembre. ( 20 ) MANLIO Rossi DoRIA, art. cit. (69] Bibloteca Gino Bianco
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