Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

mente, l'imposta di consumo, definita qu,asi concordemente un'aberrazione, un residuo medioevale (13 ), la cui abolizione - o, quanto meno, riduzione, previa riforma dei sistemi di accertamento e di riscossione - figurava da tempo al primo posto dell'elenco delle rivendicazioni dei viticultori. All'abolizione dell'imposta di consumo si opponeva finor,a il Governo., e, in modo particolare il Ministro delle Finanze: si obbiettava che il bene- . ficio che ne verrebbe ai produttori sarebbe irrilevante, e che non v'è, allo stato attuale, la possibilità di provvedere alla minore entr,ata (di circa 34 miliardi) della Finanza locale. Si affern\ava, inoltre, che dallo sgravio delle imposte sul vino trarrebbero vant.aggio solo i distributori, grossisti o venditori al dettaglio. È materia opinabile. Sul vino oggi gravano imposte che, << con le supercontribuzioni fino al limite del 50% consentite dell'art. 332 della legge Comunale e provinciale, ammontano a L. 30,37 per litro, esclus,a l'I.G.E., ed ha un'incidenza del 30% circa sui prezzi al consumo e del 60% sui prezzi alla produzione>> (14 ). È difficile negare che una così forte tassazione, applicata dai Comuni con grande varietà di aliquote, una volta abolita, non arrechi vantaggio al consumatore e quindi ai produttori. Le riserve, su q·uesto punto, sono formulate in base a pure ipotesi; l'esempio della Sicilia, citato dal Mi11istrodelle Finanze, e cautamente riferito in u.n meditato articolo di Rolando Balducci sul Corriere della Sera del 29 Settembre (in verità, solo per constatare che le quotazioni dei vini sui mercati siciliani, secondo i bollettini, restavano stazionarie), si presta anche ad affermazioni contrarie. L'on. De Vita, nel citato discorso alla Camera dei Deputati, così si esprimeva: « In Sicilia si è avuta una sensibile riduzionedel divario esistente tra il prezzo alla produzione e quello al consumo; mentre il prezzo .al consumo è sceso notevolmente, il prezzo alla produ- ( 13 ) L'assurdo sistema di accertamento e di riscossione del dazio di consumo sul vino è stato illustrato in un articolo di Rolando Balducci, apparso sul Monda (19 febbraio 1957), dal titolo significativo: << Vino torturato». Col decreto del 14 settembre u. s. alcuni correttivi sono stati introdotti, e il consumo familiare da parte dei produttori è stato reso libero da limitazioni e da dazi. Per tutto il resto si attende che il Governo presenti la legge per l'abolizione, in ottemperanza al voto della Camera dell'8 ottobre. ( 14 ) Cfr. il citato discorso dell'on. DE VITA. f66] BiblotecaGino Bianco

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