dai singoli viticultori, che, dati gli attuali orientamenti del mercato, difficilmente si riesce a collocare (10 ). Si aggiunga che gli stessi complessi industriali per la lavorazione dei prodotti sono assolutamente insufficienti: tra enopoli e cantine sociali riescono appena a lavorare un decimo dell'uva destinata alla vinificazione (11 ); sicchè l'offerta sul mercato di prodotti di scadenti qualità, di tipi e" costi difformi, frazionata in una miriade di piccole partite, caratterizza l'attuale situazione del settore vitivinicolo e va a scapito dei produttori, indifesi di fronte alla concorrenz.a di chi assicura prodotti << tipici » e stabilizzati, e alle manovre del commercio. Inoltre l'anormale e non omogenea distribuzione degli impianti industriali privati e delle attrezzature a carattere sociale fa sì che ,alcune zone risultino particolarmente esposte: sono le zone dove per l'appiattimento dei prezzi tra le uve fini e le uve scadenti, che è caratteristica del mercato italiano da alcuni anni ,a questa ., parte, gli agricoltori si sono orientati verso la produzione di grande quan-- tità a scapito della qualità (12 ), oppure sono le zone ove si producono in prevalenza uve da taglio. Tutti questi fattori co11tribuiscono a mortificare i prezzi alla produzione; ma, se le varie crisi sono scontate duramente dai produttori, i prezzi di vendita al dettaglio, come abbiamo già notato, restano pressocchè invariati ad un livello tale tuttavia da impedire l'entrata nel consumo di molta parte della popolazione: prezzi che sono circa 60 volte quelli dell' anteguerra, proibitivi per i consumatori più poveri, resi ,ancora più ingiustificati dallo scadimento di qualità per vasta parte del prodotto. Sul livello pressocchè costante di questi prezzi influiscono certamente le manovre speculative e l'attività di complessi monopolistici; ma incide anche, e forte- ( 10 ) Il numero dei produttori agricoli che provvedono direttamente alla vinificazione, e quindi direttamente interessati al mercato del vino, si aggirerebbe intorno a 2.300.000 unità (vedi Giornale di Agricoltura, cit.). ( 11 ) Il numero delle cantine sociali, secondo Politi·ca ed Economi·a ( settembre 1957) sarebbe di 225, con una produzione, nel 1955, di 4 milioni di ettolitri di vino, e una capacità di invasamento di 4 milioni e 900 mila ettolitri. ( 12 ) In proposito, rimandiamo alle dichiarazioni di alcuni tecnici, tra cui ricor- .diamo quella di Giorgio Laverda, Presidente delle Cantine Sociali di Braganze di Vicenza, riportata dal Popolo, (15 settembre 1957). [65] Bibloteca Gino Bianco
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