Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

accertamenti, che i costi di produzione dell'uva, durante la campagna scorsa hanno segnato un sensibile aumento) (8 ). Di conseguenza è insostenibile la tesi di coloro - per f ortun.a pochissimi, e quasi tutti di ambiente governativo - che parlano della crisi attuale del settore vitivinicolo come di un fenomeno congiunturale, quasi che la depressione dei redditi medi dei viticultori fosse un fenomeno recente, e non un fatto organico che tende ad esasperarsi di ,anno in anno (di recente non c'è che la caduta di questi redditi a livelli disastrosi). Né è possibile far rientrare questa crisi nel fenomeno generale, constatato un po' dovunque, del crescente divario fra reddito ,agricolo e reddito di altri settori (9 ): perché sul settore vitivinicolo incidono fattori del tutto .anormali, che con una politica accorta e coordinata non sarebbe difficile rimuovere, e la cui persistenza, invece, pone la viticultura in condizioni di nett,a inferiorità rispetto agli altri settori agricoli. I principali tra questi fattori riguardano, come abbiamo rilevato, le .strutture stesse del settore, e i rapporti tra la produzione e il settore << industriale». La cultura della vite, per sua stessa natura, è imperniata sull'attività di una massa ingente di piccoli e medi agricoltori, i cui redditi sono stati decurtati negli anni e che trovano chiuse, data la precarietà delle aziende, le vie al credito; questi imprenditori sono inoltre oberati di debiti e soffocati dal pesante fardello di imposte, contributi unificati, ecc. D'altro canto gli impianti di trasformazione del prodotto e il commercio sono controllati da pochi grossi complessi industriali i quali hanno stabilito una pe- .sante ed articolata rete speculativa per l'accaparramento del prodotto a basso prezzo. A favore di questi complessi giocano diversi elementi che sono altrett.anti indici della inferiorità dei produttori: la pesantezza dei bilanci aziendali che costringe a svendere, l'assenza quasi totale di organizzazioni di produttori che consentano un'accurata preparazione del prodotto e diano la possibilità di prolungare il controllo su di esso fino alla vendita, in modo da seguire la congiuntura e sottrarsi a manovre speculative; il progressivo svilimento di quella produzione artigianale di vino, lavorato in proprio ( 8 ) Cfr. VALENTINO CREA: << Evitare una nuova crisi», su 24 Ore, 16 marzo 1957. ( 9 ) Questo fenomeno è stato recentemente messo in rilievo nel rapporto annuale della F.A.O. (1957) che ha riscontrato una riduzione dei redditi dell'agricoltura. . (64] BiblotecaGino Bianco

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