dei prodotti aziendali operati dalla famiglia contadina, raggiunge per il vino - come ha calcolato il prof. Albertario in una sua relazione - una media annuale di _170litri a testa, mentre le categorie non produttrici consumano meno della metà, cioè appena 72 litri a testa, possiamo renderci conto delle difficoltà che può incontrare un settore che destina al mercato circa il 60 ·% della produzione, e, confrontando il divario fra le due medie, delle possibilità di espansione che restereb-bero aperte al consumo del vino se non l'ostacolassero i costi di trasformazione e di distribuzione del prodotto, e i bassi redditi dei lavoratori agricoli e in generale della popolazione di quelle zone di miseria individuate dalla rece11teInchiesta Parlamentiare. Ma questo del basso tenore di vita di molta parte della popolazione è uno dei nodi della vita economica e sociale italiana che investe ·problemi di politica generale, e in cui sono da ricercarsi alcune delle cause, e non certo le meno importanti, della persistente crisi di molti settori agricoli; per ciò che concerne più specificamente l'oggetto della nostra inchiesta converrà invece soffermarsi sull'influenza esercitata nel raffrenare i consumi dai costi di trasformazione e di distribuzione del prodotto. Perchè al fondo della crisi della viticultura ci sono altri fattori determinanti che, sia pure i11stretta relazione con quelli che siamo venuti illustrando (estensione delle culture, aumento della produzione, bassi consumi dovuti al mut=imento dei gusti, ecc.), hanno radici •più profonde in quanto connessi con le stesse strutture del sistema produttivo e dei rapporti tra la produzione, le industrie trasformatrici e il commercio. Finora abbiamo elencato le cause che, a parere di molti, h.anno influito sull'appesantimento del mercato del vino, e quindi sulla crisi del settore la cui sintomatologia depressiva si è manifestata .attraverso un duplice ordine di fenomeni: l'accumulo delle scorte di vino invendute (5 ), con conseguente caduta dei prezzi alla produzione, e il basso livello dei prezzi offerti per le uve della campagna in corso. Accettando tr,a i moventi principali della crisi le dette cause, non possiamo però fare a meno di constatare ( 5 ) L' on. Bonomi calcolava (Intervista al Popolo, in data 1 ° settembre) che alla saldatura tra la vecchia e la nuova campagna ci sarebbe stata un'eccedenza di circa 5 milioni di quintali di vino. Il Prof. Del Giudice, relazionando al Convegno Ji Marsala, il 2 settembre, affermava che a quella data non meno di 6 milioni di ettolitri risultavano invenduti (Cfr. L'Unità del 3 settembre). Secondo L'Espresso (22 set- [62] BiblotecaGino Bianco
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