Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

aggiornata, all'impiego delle macchine, all'uso dei fertilizzanti e dei prodotti chimici, alla diffusione della viticultura di piant1ra che comporta minori costi e dà più elev,ate rese unitarie. I benefici della maggiore produzione sono stati peraltro annullati dalla crisi del mercato del vino, che ha visto scendere i prezzi ad un livello mai raggiunto in questo dopoguerra. In genere la causa principale di questa crisi ·del mercato viene individuata nel basso consumo interno, imputabile - e qui passiamo al secondo e al terzo punto della diagnosi - al mutamento nei gusti dei consumatori e alla mancata entrata nel mercato dei consumatori più poveri, che non hanno consentito, malgrado l'aument~ della popolazione, l'assorbimento dei maggiori quantitativi prodotti negli ultimi anni. Tutto ciò è esatto; ma è difficile stabilire - come ha notato Mondo Econoniico - in quale misura i consumi siano diminuiti, poiché essi vengono calcolati in base ~Ila <<disponibilità>>,cioè ai dati che riguardano i consumi «apparenti». Sulle cifre della disponibilità media pr11 capite c'è divergenza di valutazione da parte di coloro che si interessa110 alla questione: si può dire tuttavia che la disponibilità del '56 è stata calcolata in 110 litri, e che negli ultimi tre anni la media è stata di 105 litri per testa: troppo pochi se raffrontati al primo ventennio di questo secolo (nel periodo 1909-1914 si ebbe una disponibilità ,annuale di circa 140-1S0 litri), superiori di circa il 20 per cento alla media del decennio che ha preceduto la seconda guerra mondiale (4 ). In che misura, in questo abbassamento dei consumi, giocl1i il mutamento nei gusti che si attribuisce alle classi ,agiate dubitiamo che alcuno sarà mai in grado di stabilire; è evidente però cl1euna parte ben più importante, nella contrazione dei consumi, è da attribuire al 'basso livello di vita delle popolazioni di molte zone depresse, ivi compreso quasi tutto il ·Mezzogiorno. Per queste è giustificato parlare di crisi di sottoconsumo; si ripete per quello vitivinicolo ciò che si è verificato per molti altri settori agricoli, i cui prodotti trovano un limite alla espansione interna nelle condizioni di vita di molta parte della popolazione, le quali sono talmente basse da non consentire che la dieta quotidiana includa altri generi oltre quelli strettamente necessari. Se consideriamo che l'autoconsumo, vale a dire il consumo ( 4 ) << Crisi del vino>>, in Mondo economico, 21 settembre 1957. [61] Bibloteca Gino Bianco

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