In verità l'importanza del settore vitivinicolo nell'ecor1omia agricola italiana non si misura soltanto dai dati della superficie coltivata e della produzione di uva e di vino, o dalla percentuale di reddito agricolo cl1e questa rappresenta: dietro questi dati c'è la realtà sociale di milioni di persone, in maggioranza piccoli e medi proprietari, affittuari, mezzadri, lavoratori agricoli, che una crisi del settore può far precipitare a livelli di vita ancora più bassi di quelli· attuali, con conseguenze negative per tutta l'economia del Paese. Si calcola che la produzione vitivinicola interessi, nelle varie fasi di lavorazione, non meno di S-6 milioni di persone (2 ). Sono appunto le conseguenze << sociali » di queste crisi, le quali trovano esemplare manifestazione in fatti come quelli del Brindisino e di S. Donaci, che riescono ogni tanto ad emozionare i nostri ambienti politici e sindacali e a impegnarli in un esame affrettato di problemi che in genere restano affidati alle cure della burocrazia, alle controversie fra i tecnici del settore, alle esercitazioni demagogiche di organizzazioni interessate a trarne i maggiori vantaggi corporativi, approfittando spesso del fatto che questi problemi raramente si discutono al livello politico più qualificato con la volontà di cercarne convenienti soluzioni nel quadro di adeguati indÌrizzi economici e produttivi generali. Ciò spiega l'incertezza delle diagnosi cui ogni tanto si è costretti, sotto l'incalzare degli avvenimenti, e il disac-- cordo non diciamo sulle cause, che nel conflitto di interessi ideologici ed economici possono essere variamente interpretate, ma sui termini stessi del problema. Tuttavia, sulla crisi vitivinicola, vi sono alcuni punti più o meno accettati da tutti e che, per la parte che riguarda le cause, venivano così riepilogati in un commento de La Stampa del 4 settembre: 1) incremento all'impianto di nuovi vigneti; 2) mutamento nei gusti dei consumatori; ( 2 ) Riportiamo, per il numero delle persone addette alla produzione vitivinicola:- la cifra pi11bassa di quelle che generalmente vengono indicate. Alcuni calcolano che la viticultura, nelle varie fasi di lavorazione, impieghi il lavoro di circa 10 n1ilionì di persone. (C:fr. l'articolo di Luigi Longo: « Abolire il dazio sul vino », l'Unità, 18 settembre). Secondo l'on. Bonomi vengono impiegate oltre 370 milioni di giornate uomo di lavoro per la produzione dell'uva, alle quali vanno aggiunte quasi 20 milioni di giornate per la vinificazione: un totale, pertanto, di quasi 400 milioni di giornate - uomo all'anno (Giornale di Agri·coltura, 15 settembre 1957). rs9J Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==