quindi a poche e magari a una sola cul~ura, incapaci pertanto di sopportare ]a benchè minima crisi congiunturale di ciascuno di questi settori che costituiscono l'unica fonte di reddito per i componenti di ogni c]asse sociale. È significativo infatti che· le agitazioni di cui ci occupiamo si siano verificate in quella parte delle Puglie - la provincia di Brindisi - dove la proprietà è in prevalenza diretto-coltivatrice e i conflitti sociali difficilmente hanno raggiunto nel passato l'intensità di altre zone del Mezzogiorno (del Tavoliere, ad esempio, del Crotonese, del Metapontino); è altresì da rilevare che il disagio per la crisi vitivinicola, comune a molte regioni del Centro e del Nord, solo nell'Italia meridionale sia apparso come l'indice di una situazione particolarmente preoccupante e ,abbia dato luogo a pubbliche 1nanifestazioni di protesta. Queste due co11statazioni ci sem- ' brano già per se stesse abbastanza indicative: sia perchè ripropongono· ancora una volta il problema della debolezza delle strutture economiche di molte zone del Mezzogiorno agrario e scarsamente industrializzato, ,sia perchè confermano il diverso grado di vulnerabilità del Nord e del Sud rispetto alle crisi depressive che sono sempre frequenti nei diversi settori dell' agri coltura italiana. In 11na inchiesta su]la attuale crisi vitivinicola questi particolari aspetti del ·problema vanno attentamente considerati; ed è quanto cercheremo di fare confrontando le opinioni che, a seguito delle recenti polemiche sui fatti di S. Donaci, sono emerse nella stampa politica e specializz.ata, nelle dichiarazioni degli ambienti governativi e di rappresentanti di categoria, nei commenti che pubblicisti e studiosi hanno dedicato alla questione, tornata, come dicevamo, alla ri1 balta dell'attenzione del governo e della classe dirigente a causa di un tragico episodio, come ace.ade sovente nel nostro Paese per gr~vi e angosciosi problemi (si pensi ai fatti di Venosa, del gennaio dello scorso anno, che rivelarono la persistenza del fenomeno della disoccupazione in una zona di applicazione della riforma agraria). Anzitutto ci sem·bra opportuna una premessa sulla diffusione della cultura vitivinicola e sullo sviluppo della produzione registratosi negli ultimi anni. La crisi attuale trae - a parere di molti - le sue origini dall'aumento della produzione, cui non ha corrisposto un proporzionale incremento dei consumi e dell'esportazione. Nel triennio 1954-1956, se- [56] BiblotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==