Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

più inconsciamente che consciamente: perchè dietro il loro rifiuto non v'era che scarsa elaborazione razionale. Pure la loro analisi acquistava concretezza umana e più palpitante plausibilità proprio per il fatto di procedere senza impacci di filosofemi, dal fatto di nascere dal cuore prima ancora che dal cervello. Se si prescinde per un momento dagli avveniménti dell'Unione Sovietica, dalla fredda e sorda lotta per il potere che ivi si viene combattendo tra gruppi rivali, e si pone mente, invece, all'altro fatto, più complesso e forse più importante, che si può chiamare semplicemente la « crisi del comunismo >>, si vede subito che tale crisi è innanzitutto ideologica. L'ideologia comunista è ormai un'ideologia svuotata e priva di senso: quella logica terribile che l'animava e che dava a colui che n'era prigioniero l'illusione che il suo passo fosse il ritmo stesso della storia, si è rivelata per quella che essa veramente era, uno strumento di dominio politico. Quella logica era la logica del potere illimitato e dell'oppressione: e queste sono cose che consumano irrimediabilmente la fede dei credenti. Non si dice certo una cosa molto originale quando si osserva che coloro che escono dai partiti comunisti appaiono, a se ste·ssi prima ancora che 'agli altri, svuotati, quasi avessero consunto in una sola fiammata tutte le loro energie: vi sono, nello scritto di Silone, alcune osservazioni in proposito che meritano di essere ritenute e meditate. E sono veramente rari i casi in cui il bisogno dell'azione, la necessità di affermare la propria verità o la verità finalmente scoperta, riescono ad evitare il chiuso della setta. Basta dare una occhiata a quello che sta avvenendo in Italia dal giugno scorso ad oggi per i gruppi di eretici e di ribelli per rendersene conto. Ed è qui forse che la lettura o la rilettura di un libro come il Dio che ha fallito può riuscire utile. Cl1i esce da un partito comunista (un partito comunista è come la sc110la, la famiglia, la chiesa e la caserma, ha scritto Silone) ha la tentazione naturale di rivendicare la primogenitura: una delle questioni più dibattute tra gli ex comunisti è quella del momento in cui ha avuto inizio l'involuzione del comunismo, per la semplice ragione che ognuno tende a interpretare gii avvenime11ti in chiave autobiografica e a far coincidere perciò, mese più mese meno, l'inizio dell'involuzione con la propria uscita dal partito. Il pericolo della rivendicazione della primogenitura è gravissimo: cont~stare che si rappresenta il comunismo, quello vero, contro gli altri, Stalin o Togliatti, che non lo rappresentano più, porta all'azione settaria e sterile, o peggio porta a rendersi ancora una volta prigionieri di quella tal tela di ragno di cui parlava Milosz. Non giova dire, ad esempio, che Stalin non era più un rivoluzionario, che era anzi un termidoriano, come hanno tendenza a fare i troschisti, per la semplice ragione che Stalin fu veramente Robespierre, con questa variante tuttavia, che fu un Robespierre che riuscì a decapitare tutti i t~rmidoriani che gli si pararono innanzi e tutti i terroristi cl1e si opponevano al s110 [52] • BiblotecaGino Bianco

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