Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

rato a posizioni cattolico-progressiste, si era trovato dinanzi ad una grave scelta. In seguito all'aggravarsi della tensione franco-algerina, alcuni gruppi interni avevano chiesto la rottura dei rapporti con l'UGEMA (Unione generale degli studenti musulmani d'Algeria). Contro questa tesi di impronta nazionalista prevalse il principio, che è alla base di tutte le Carte dei movimenti studenteschi, per il quale lo studente deve essere difeso in quanto intellettuale, e la libertà di schierarsi secondo la propria coscienza· morale e politica è la prima garanzia della condizione di intellettuale. Del resto la stessa UNEF aveva già riconosciuto agli studenti d'oltremare « il diritto di porsi all'avanguardia della gioventù dei loro paesi d'origine » e « il diritto di ricercare e difendere la libertà contro ogni oppressione, secondo il loro dovere di intellettuale ». Ma nel momento in cui questi princìpi si sarebbero -dovuti concretare in un giudizio politico non allineato sulle tesi del governo Mollet, quasi un terzo delle associazioni studentesche francesi uscirono dall'UNEF, perchè non era stata accettata una sorta di 'Carta dell'apoliticismo ', ·che politicamente avrebbe significato l'allineamento dell'UNEF sulle posizioni governative. Naturalmente, non esulavano da questa ricerca di « apoliticisrno >> preoccupazioni di politica contingente non sempre pienamente giustificabili. Chi di questi ' apolitici ' si sarebbe professato indifferente dinanzi alf impegno politico-rivoluziC?nario degli studenti del circolo 'Petoefi' allorchè si battevano a Budapest per la libertà, o degli studenti di Varsavia, e così via? Contraddizioni di questo genere si presentano anche alla Conferenza, vale a dire sul piano della cooperazione internazionale. Ad ogni Conferenza si ripropone il problema di precisare i « princìpi della cooperazione » che equivale al problema di definire la funzione propria e generale delle Unioni Nazionali e perciò degli studenti nella società: definizione che per le ragioni delineate risulta impossibile in astratto. Ma se tutte le cooperazioni di tipo mondiale comportano limitazioni e contraddizioni che tendono a ridurne il valore, la cooperazione studentesca non rimane, tt1ttavia, priva di frutti ed è destinata a svilupparsi. Il punto d'incontro rimane costituito da un obiettivo con1.une, l'autonomia dell'Università, che è autonomia e libertà della cultura. Nei paesi di vecchia tradizione democratica si tratta evidentemente di un patrimonio che va conservato; nei paesi - e sono i più - che avanzano faticosamente verso la democrazia, si tratta, invece, di un dato che va conquistato. Il che quasi sempre implica differenze di tattiche e di impegno. Laddove esiste, infatti, libertà di cultura ed autonomia dell'Università, questa non rappresenta che un aspetto particolare di un sistema politico democratico, nel cui ambito Io studente ' in quanto tale ' ha diritto alla rappresentanza e alla difesa della scuola dall'autoritarismo. Ma dove questa mancanza di autonomia non è che un aspetto della generale mancanza di libertà, il compito dello studente si dilata automaticamente. Quando nei paesi a regime ~dittatoriale dell'America latina i rettori e i professori sono designati per [48] BiblotecaGino Bianco

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