Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

Editoriale Ci si può chiedere oggi, con calma e insieme con amarezza, cosa resta delle dichiarazioni, comunicazioni di agenzie più o meno ufficiose, e delle congiunte polemiche sul « nuovo corso >> della politica estera italiana. E la risposta sembrerebbe tenere in una sola parola: nulla. Eppure questa sarebbe una risposta erro·nea.Qualcosa resta: resta il passivo, il negat1:voche si accompagna sem,pre alle prese di posizione irriflessive, ai velleitarismi inconsistenti, alle presunzioni più o meno gladiatorie. Resta l'equivoco ed un'atniosfera assai poco chiara ad onta dei soddisfatti comment1:ufficiali, resta che il nostro Paese ha rasentato il ridicolo ad onta dei balsami di tutti i messaggi di Eisenhotver, resta che si sono alimentate diffidenze e risenti-- menti che, coperti oggi da un velo di nebbia, possono riapparire domani. Le parole, ha ricordato opportunamente Aldo Garosci nel Mondo del 15 otto·bre,anche le parole contano in politica e potsono riuscire, peggio che , inutili, dannose. Anche se il messaggio del Presidente degli Stati Uniti al Presidente Gronchi ha ridato un po' di colore a/,le « svolte» e alle <<revisioni°g>ià> scolorite della politica estera italiana, sembra a noi che, a voler uscire dall'atmosfera ovattata ed un po' falsa dei complimenti diplomati.ci, la cosiddetta funzione mediterranea e medioorientale dell'Italia si è rivelata per quello che non poteva non essere,una cosa, cioè, che non stava nè in cielo nè in terra, un piccolo mostriciattolo rachitico sospeso a mezz'aria, che i rumori delle crisi del Medio Oriente, delle crisi serie, vogliamo dire, hanno fatto piombare al suolo, schiacciato.E, in verità, se ci si fosse pensato un ista_ntes,arebbeapparsosubito chiaro che non poteva che esserecosì. Poichè cos'era questo famoso « nuovo corso» se non una delle solite improvvisa- [3] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==