Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

I mero di individui, i cui atteggiamenti non sono stati quasi mai rilevabili oltre ie conversazioni private. La verifica di tutto ciò è tanto più agevole quando si passi all'esame delle singole delegazioni; ed il caso di quella italiana è certamente esemplare. La delegazione italiana, probabilmente, era la pit'1 numerosa del Festival (oltre duemila componenti). Il ritratto da « Italia minore » che essa ha bellamente offerto non può edificare alcuno, tanto meno i comunisti: pur se il caos organizzativo, di cui i dirigenti parevano impegnati a fornire quotidianamente esempi tangibili, veniva esibito come risultato del nostro schietto individualismo; e anche se nello sfoggio di velleità erotiche veniva confinata la difesa del prestigio nazionale, tanto che perfino gli sportivi lo ebbero a cuore più della partecipazione ai vari tornei (ed i pessimi risultati nelle gare furono lietamente attribuiti a quelle più rilevanti attività). Ma il restringere l'analisi agli aspetti politici o pseudo-culturali del Festival, ed alla parte comunista della delegazione, permette di raccogliere qualche indicazione sul livello e sugli orientamenti del settore giovanile del PCI. Non pare, infatti, che si sia fatto luogo a criteri particolari od unitari nella scelta dei partecipanti (altre nazioni hanno avuto riguardo ·alle benemerenze nella attività di partito, alla specifica preparazione culturale od alle attitudini artistiche), così che la delegazione è risultata ampiamente rappresentativa, costituendo un campione che autorizza a conclusioni abbastanza impegnative. Ai giovani comunisti italiani, dalle parti più varie ed in passato soprattutto, si è fatto credito di una non trascurabile preparazione o, almeno, di una larga informazione, anche se molto spesso fondata sui soli dati forniti dal partito. Da ciò doveva discendere non soltanto un interesse vero per le realtà con cui venivano i11 contatto, ma la capacità e la volontà di rendere ogni altro partecipe della propria esperienza, consentendone l'arricchimento attraverso la pratica di individui di diverso sentire: quella del « dialogo » è stata una delle idee-forza di dieci anni di politica comunista. All'accreditarsi di questi piccoli miti non era estranea la suggestione esercitata su molti dalle forme organizzative del PCI. Ma non mancò chi mise in guardia contro la superficialità di simili giudizi, sottolineando la differenza che corre tra la cultura e l'indottrinamento delle scuole di partito. Di quei giudizi e di questi . rilievi il Festival di Mosca ha costituito un utile banco di prova. I momenti di più alto interesse culturale del Festival dovevar10 essere costituiti dai seminari, organizzati nella nuova Università Lomonosov e dedicati ai vari problemi della filosofia contemporanea, degli studi letterari, del diritto, dell'economia, della storia dell'arte, della musica, dell'archeologia, dell'architettura, della cinematografia, della medicina, della biologia, della chimica, delle applicazioni pacifiche dell'energia atomica, delle costruzioni elettriche, dell'astronomia, della geografia, della geologia, dell'agricoltura, del- . [43] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==