Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

Un altro insegnamento che ci viene dal Benelux e dalla C.E.C.A., investe il campo delle disparità degli oneri sociali nelle industrie dei Paesi della Comunità. Com'è noto, una delle maggiori resistenze - soprattutto di provenienza fra11cese- alla conclusione dei Trattati, ha preso spunto dall'affermazione che la disparità del costo di lavoro, più alto in Francia che nelle industrie degli altri Paesi, avrebbe messo la Francia in una situazione d'inferiorità. Infatti, o le differenze sarebbero rimaste e quindi la posizione concorrenziale francese sarebbe stata sempre in condizioni di inferiorità, oppure la Francia si sarebbe dovuta risolvere all'assurda decisione di peggiorare la condizio11idei suoi lavoratori per eliminare lo svantaggio. Queste preoccupazioni furono all'origine di uno studio dell'Alta Autorita della C.E.C.A., i cui risultati smentivano la ragione stessa delle preoccupazioni francesi. Senza riprodurre i dati forniti dall'Alta Autorità, ci limiteremo solo a ricordare che [\li esperti di Lussemburgo dimostravano che il calcolo esatto del rapporto del costo globale del lavoro fra le varie industrie dei vari Paesi è molto complesso, data la difficoltà di considerare tutti i fattori in gioco, e che, tuttavia, era possibile giungere a una conclusione in base a cui la presunta posizione di svantaggio dell'industria francese non esiste o esiste in misura molto limitata. , Qui non si pretende, naturalmente, di prendere posizione sulla disputa, ma si vorrebbero indicare certi dati di fatto. E 110n quelli relativi agli aumenti dei salari carbo-siderurgici nei Paesi C.E.C.A. (nelle acciaierie gli aumenti dei salari orari sono variati dal 18 al 32% secondo i Paesi; quelli dei minatori di fondo variano dal 17 al 55%), poichè è stato osservato dai . critici della C.E.C.A. che tali aumenti sono la conseguenza dell'alta congiuntura e della relativa penuria di manodopera, allo stesso mo,do che st è notato come aumenti salariali si sono verificati anche in altre industrie, egualmente favorite dalla congiuntura. Il punto che a noi interessa in particolar modo sottolineare è che l'aumento non uniforme dei salari nei sei Paesi ha li1 berato una tendenza al livellamento, cioè all'armonizzazione. Secondo statistiche, non smentite, dall'Alta Autorità, in tre anni la distanza che separava il salario reale del minatore francese da quello del minatore belga è stata ridotta dal 21 al 16%, e la differenza tra i salari reali tedeschi e quelli belgi è discesa dal 27 al 12%. Se dalle miniere di carbone si passa alla siderurgia, si nota [27] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==