Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

« dopo t11tto- egli dice - è meglio che gli europei guadagnino i doll~ri di cui hanno bisogno >>. Ma la Generai M otors sembra che si prepari già a contrattaccare; a importare, per esempio, le Vauxhall e le Opel ( che essa stessa produce in Gran Bretagna ed in Germania) sfruttando la formidabile rete di distribuzione, di cui la G.M. dispone in U.S.A .. E non è nemmeno da escludere che si giunga alla decisione di impiantare in A1 merica officine per la costruzione di piccole vetture. Certo, a questa conclusione si potrà giungere solo se le importazioni europee raggiungeranno un volume tale (le 500 mila vetture 311nue indicate dal Sig. Dreyfus) da consentire una produzione in serie di piccole vetture ai nuovi impianti statunitensi. Ma neanche allora gli imprenditori U.S.A. potranno adottare troppo a cuor leggero questa misura di difesa. Il Presidente della Renattlt osserva, infatti, che attualmente la differenza di prezzo di vendita, a New Yorlc, tra una Dauphine ed una automobile americana a buon mercato è di circa 600 dollari, poichè la Dauphine si vende a 1.600 do1lari contro i 2.200 dollari del più modesto prodotto Ford o Genera! M otors. Ora la differenza di prezzo è data, i11 buona parte, dall'elevato costo della manodopera negli Stati Uniti; e qt1esta componente del costo di produzione rimarrebbe inalterata se le industrie U.S.A. si dedicassero alla costruzione di << piccole vetture>>. Come si vede, per.fino nel settore automobilistico il criterio dominante del rapporto tra gli Stati Uniti ed il resto del mondo tende ad essere quello dell'economia di mercato, cioe il prevalere della migliore specializzazione e della maggiore produttività. E più lo standard di vita aumenta, più i gusti dei consumatori si diversificano, piu la tecnica perfeziona i suoi stru- , menti di soddisfacimento dei bisogni, maggiore tende a diventare la dipendenza degli Stati Uniti dai suoi scambi con l'estero (5 ). L'autosufficienza diminuisce, cioe, mano a mano che l'economia del Paese si rafforza e si perfeziona. I Paesi europei devono perseguire la loro integrazione, tenendo di mira appunto le possibilità di razionalizzazione e di sviluppo, 110nl'equivoco della complementarietà ed il mito dell'autosufficienza. ( 5 ) Cfr. il recent1ss1mo << Tides of Crisis >> di A.A. Berle Jr., Reynal & Co., New York, 1957, in particolare l'introduzione: w.hat are modern international relations? [26] BiblotecaGino Bianco

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