Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

taggi siano il risultato esclusivo o preminente del Benelux, ma semplice-- mente constatare che il Benelux non ha impedito questi sviluppi e non ha provocato crisi di rilievo in alcun settore delle due economie integrate. Ad analoghe conclusioni si giunge, se si studia l'esperienza della CEC1\.. Qua11do fu lanciata l'idea del Piano Schuman, gil ambienti economici italiani manifestarono la preoccupazione che la nostra siderurgia non avrebbe retto la prova della concorrenza franco-tedesca. E in. realtà l'integrazione per settore giustifica il timore che le economie più deboli finiscano con il soccombere, data la manranza degli altri fattori e meccanismi equilibratori, che possono, invece, giocare in un'integrazione generalizzata. I fatti hanno però smentito le previsioni e placato le ansie. L'Italia ha in pochi anni, dal '52 al '57, più che raddoppiato il suo consumo e la sua produzione di acciaio. Mentre ci avviciniamo al maggio del 'S8, che vedrà, con la fine del periodo transitorio, l'inserimento definitivo del mercato italiano nel mercato CECA, a parità di co11dizioni - senza, cioè, gli ultimi residui di protezione doganale di cui ancora usufruisce - la nostra siderurgia, sia quella privata che quella nazionalizzata, prepara la costruzione di nuovi imponenti impianti, che dovrebbero portarci, entro il 1960, ad una produzione di circa 9 milioni di tonnellate di acciaio annue (nel '52 si era ad un livello di poco più di 2 milioni e mezzo). Non c'è dubbio che questo accrescimento prodigioso della siderurgia italiana sia reso possibile dal persistere di una congiuntura mondiale estremamente favorevole (e ci sia consentito di osser- . vare che la recessione in corso in USA non sembra influenzare i nostri programmi di sviluppo: non è, dunque, più vero che<<se l'economia americana prende il raffreddore, l'Europa s'ammala di polmonite>>?); ma è egual1nente certo che la nostra managerial élite è giunta alla conclusione che non esiste alcuna ragione strutturale ed immutabile che impedisca all'Italia di costruirsi una siderurgia in grado di reggere la concorrenza renana e lorenese. Come la United States Steel (la più grande compagnia siderurgica statunitense, che da sola produce circa 40 milioni di tonnel_late di acciaio alranno) ha trovato economicamente utile la costruzione dei nuovi impianti sul litorale atlantico per la trasformazione del minerale di ferro venezuelano, così la nostra si~erurgia ha trovato vantaggioso lo sviluppo della siderurgia del litorale, che era del resto al centro del piano Sinigaglia, anche in Italia. Naturalmente il potenziamento della siderurgia italiana smentisce [23] Bibloteca Gino Bianco

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