all'inferno». Gli spos,:della domenica è la vicenda non meno triste dei furtivi e domenicali amori cui sono costretti << Ermelinda e Armando Chianese », due fra i tanti cui la sorte non assegnò neanche una baracca sulla via Marina. Ci muoviamo dunque, come si intende da questi pochi cenni, in una dimensione piuttosto desueta per l' àrte del Prisco: un mondo popolare, non più specificamente vesuviano, ma napoletano, meridionale. È un mondo che egli si sforza di cogliere al vivo, senza infrastrutture letterarie nè suggestioni populistiche. 1'1a chiedergli dei risultati compiuti in questa fase di sperimentale assaggio sarebbe almeno ingiusto. Noi abbiamo citato i due suddetti racconti, in cui ci pare che ci si levi molto al di sopra del livello << sperimentale», ma non dimentichiamo gli altri, Paolino ad esempio, dal1' ancora troppo acerbo sapore. Tutti, comunque, lo ripetiamo, i racconti di questo tipo restano per noi oltremodo interessanti per la novità dell'assunto, del contesto, della resa globale. Accanto a questo l'altro, l'antico filone della narrativa di Prisco: la borghesia della Provz'nciaaddormentata - ci riferiamo ' a racconti come Le ortensie, La casa cattz'va, La sera è calma a Trecase - è di nuovo di turno, vivendo di ancor validi echi, ma di questo soltanto, di una reaità MARIO PINNA - LEocADIA CoRDA: La distribuzione della popolazione e i centri abitati: della Sardegna. - Pubblicazioni dell'Istituto di geografia dell'Università di Pisa, diretto dal prof. Alberto Mori, N. 3-4, Libreria goliardica, Pisa 19561957. dall'autore già magistralmente e compiutamente resa. Un altro gruppo di racconti è possibile infine individuare, e diremmo quelli del tipo Luna piena, La bambola, davvero riuscito il primo, a completa differenza del secondo. Un gruppo di racconti che denota, a nostro parere, il pericolo più grave che incombe sull'arte di Prisco: scivolare lentamente verso un generico e anodino realismo, in cui, nonostante le nun1erose, precise indicazioni di uomini, di cose, di 1 uoghi il personalissimo profumo della sua provz'ncz·a vada irrimediabilmente smarrito; senza, peraltro, esser rinsanguato o sostituito da nuove realtà, così significativamente preannunciate da lmmatella o da Gli sposi della domenz'ca. La sua, insomma, pòtrebbe diventare una . . narrativa correttamente e piattamente << borghese », con tutte le carte in regola per assurgere a best-seller per illeggiature estive. Prisco potrebbe scrivere un numero indefinito di racconti del tipo che abbiamo per ultimo catalogato - con buoni o mediocri risultati è secondario -, accrescere il numero già alto delle sue edizioni, e magari ulteriormente perfezionare la sua già così scorrevole prosa: ma diventerebbe soltanto uno scrittore che scrive bene, e nulla di più. ANTONIO p ALERMO Tra gli studiosi della geografia economica della Sardegna ha un posto eminente il prof. Alberto Mori, il quale, già docente all'Università di Cagliari, dirige oggi a Pisa quell'Istituto di Geografia. Fondamentale la sua Memoria sulle Sali.ne della Sardegna (Napoli, luglio-dicembre [127] ~-ibloteca Gino Bianco ..
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