CARLO CAssoLA: Un matrimonio del do- ' poguerra, Einaudi, 1957. Dei tanti scrittori che hanno trovato nella Resistenza il grande, irripetibile momento di felicità espressiva, di compenetrazione dei motivi più validi del proprio temperamento artistico con lo slancio rivoluzionario di un popolo; di tutti coloro che hanno, nella Resistenza, scoperto il grande << mito civile », Carlo Cassala è l'unico fedele, quello che ha continuato a raccontare le storie dei partigiani e della montagna, sposando il motivo della ribellione ai tedeschi ed ai fascisti a quello della ribellione della umile gente alla triste condizione sociale in cui si trovava. Storicamente, la posizione di Cassala è quella di tanti intellettuali della sinistra del Partito d'Azione, che magari sono finiti nel Partito Comunista poco prima del 7 Giugno. E non è a dire che Cassala sia stato lontano da atteggiamenti moralistici di quel tipo (è da ricordarsi il suo passaggio dal Mondo al Contemporaneo). 11a Cassala non è uno scrittore-saggista: il motivo della fiducia nei poveri diviene, poeticamente, il motivo della umana vicinanza e solidarietà tra gli umili, un sentimento però asciutto, senza sbavature sentimentali, che tende alla rappresentazione oggettiva, priva di voli lirici. Il risultato sono alcune figurine tipiche, che ricorrono in ogni suo racconto: gli alabastrai, i barrocciai della Versilia e della Maremma, Baba per esempio (il personaggio che ritorna più frequentemente) o Vasco, il Testina. Figure sorrette da una affettuosa partecipazione dell' autore, che parlano sovente il vernacolo, ma un vernacolo sorvegliato (seppure non privo di qualche fastidiosa esagerazione). Il libro che rappresenta forse il culmine di questa poetica cassoliana, la poetica della Resistenza, è rappresentato dai << Vecchi compagni>>: si avvertiva, però in quel libro, che Cassola stava cercando un nuovo << tempo » alla sua aspirazione, un nuovo clima storico, quello del << dopoguerra » post-resistenziale. Era raggiunta << la coralità » della rappresentazione, la perfezione o· quasi del procedere per tagli e scene (con il difetto connesso a questo particolare modo di narrare, dato dalla difficoltà insita di raggiungere l'unità di azione), liquidato il tema della marcia dell'intellettuale verso la realizzazione perfetta della solidarietà umana nelle forme della lotta e della comunità partigiana. L'attenzione dello scrittore si spostava, sensibilmente sul << dopo » seguito all'azione partigiana: ne seguiva un modo dolente e melanconico di ricordare quel felice tempo in cui gli uomini erano non già divisi ma fortemente uniti dal comune legame della lotta al fascismo e dal sangue versato dai << compagni » di lotta: un sangue, dei legami, niente affatto letterari, portati avanti son1messamente, in modo che venisse sempre al ricordo la figura del compagno caduto e gli episodi di cui era stato protagonista. Il, tema era dunque nuovo, sebbene appena preannunciato. Esso viene affrontato compiutamente ne << Un matrimonio del dopoguerra >>. È un libro in cui Cassala guarda . serenamente ad un momento difficile, in cui tutti coloro che avevano passato una stagione definitiva della loro esistenza tra i boschi a far la guerra, ed erano [124] BiblotecaGino Bianco
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