di Marletta si muovono in un mondo compatto e tipicamente italiano, e non sarebbe del tutto arrischiato parlare invece per lui d'un senso tutto manzoniano della Provvidenza, protagonista invisibile e certa della vicenda romanzesca. E il nome del Manzoni qui non si pronuncia invano; giacché esso sta ad indicare che la narrativa italiana d'ispirazione cattolica può ben trovare nel suo precedente più insigne le ragioni più ferme della sua consapevolezza e responsabilità d'ordine culturale e morale. 11 Manzoni non temette di rappresentare nella sua spirituale miseria e nel suo avvilimento anche religioso il secolo italiano della Controriforma cattolica; e nel suo nome dovrebbe trovare il suo buon diritto, fra i cattolici militanti, ogni protesta avverso un controriforn1ismo di accatto, privo d'ogni g i u s t i f i c a z i o n e storica in una civiltà liberale, che getta ancora la sua ombra sulla vegetazione del nostro sottobosco letterario cresciuto su terreno cattolico. Ad epigrafe del racconto che dà il titolo ' al libro, Un angelo si traveste, si potrebbero apporre le parole con cui un pensatore cattolico di recente scomparso, Giuseppe Capograssi, solitario rappresentatore nel clima intellettuale del nostro paese delle ragioni di un giansenismo ideale che lo accomunò al Rosmini, osservava che << l'esperienza del male è con la legge, della quale è la negazione e l'antitesi, proprio l'esperienza in cui l'uomo conosce . . . veramente se stesso, 1n cui s1 scopre a se stesso. In questa esperienza l'uomo conosce le sue forze e le sue debolezze, quello che è la sua libertà, e quello che la sua libertà deve essere. Solo nell' esperienza del male il soggetto scopre la sua finitezza, ma appunto in questa esperienza scopre che la sua finitezza non è il male, perché resiste al male e lotta con· tro il male ». Il protagonista del racconto vive per l'appunto la drammatica esperienza etica di un destino in lotta contro la propria insufficienza interiore, per giungere al compimento di se stesso, all' accettazione di un disegno provvidenziale, con cui è tessuta la trama delle traversìe I e dei sentimenti dell'uomo. Costruito con linearità ed armonia, svolto con un linguaggio tenero e puro, che mantiene la pagjna tersa e nitida anche quando affiorano i motivi d'una psicologia del profondo, il breve romanzo, che trae il suo titolo da una suggestione di Cocteau ( « Non crediate che Dio uccidesse giovani; travestiva angeli »), è un vero gioiello dell'ultima narrativa italiana, e si vorrebbe dire europea. I racconti che ad esso seguono appaiono invece di valore talvolta diseguale benché siano tutti mantenuti nello stesso fuoco d,.ispirazione, di una travagliata pietà, di una inquieta interrogazione di natura religiosa; ed offrono tuttavia (come in Gita al castello) qualche figurazione esemplare della capacità di resa estetica di un'arte dotata di un non comune senso di grazia. VITTORIO FROSINI [123] BiblotecaGino Bianco
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