per il calvinismo gli eletti nella grazia non rappresentano che un'esigua minoranza, pattuglia di predestinati alla salvezza in un'umanità irrimediabilmente condannata a seguito del peccato originale, così << la concezione liberale stessa non è che il patrimonio vissuto da minoranze, non è che ancora tenera pianticella la quale rischia di rimanere soffocata nel rigoglioso fiorire di istituzioni, di abitudini e di orientamenti spirituali che della libertà sono soltanto degenerazione, che della libertà solo conservano il non1e e la veste esteriore». E da questo punto di vista, la differenza fra oriente ed occidente è assai minore di quanto possa sembrare ad una prima considerazione superficiale: chè anche in quest'ultimo la libertà non è che di pochi, e fioriscono più le apparenze della libertà che la sua essenza. Alla luce di questa concezione sostanzialmente pessimistica del principio di libertà nella sua concreta attuazione storica è più facile al Bauer accettare il fenomeno del fascismo per quello che esso è stato in realtà, un fenomeno cioè di degenerazione politica che implica la responsabilità, più o meno diretta che sia, della stragrande maggioranza del popolo italiano, in tutti i suoi ceti, e non piuttosto, come pure si suole affermare da molte parti, magari per carità di patria, un mero atto di sopraffazione ad opera di un'esigua ma decisa ed organizzata minoranza. Ci si precluderebbe ogni comprensione dell'esperienza fascista in Italia se si volesse dimenticare, o rifiutare di riconoscere, la supina acquiescenza con cui per un ventennio i più fra gli Italiani accettarono la dittatura, la sua corruzio- .. ne morale, le sue pazzesche imprese. Non solo, ma si sarebbe altresì nell'impossibilità di com prendere il perchè del sostanziale fallimento, sul piano di una rigenerazione nazionale, della stessa Resistenza. È questo un problema che rappresenta una preoccupazione costante del Bauer e che dovrebbe effettivamente essere al centro del ripensamento di noi tutti; e che trova la sua soluzione solo quando ci si renda conto, al di là di ogni pur pietoso infingimento, di quanto profondamente il clima morale del fascismo fosse in fondo congeniale a gran parte del popolo italiano. << In un paese siffatto », ha ragione di osservare allora il Bauer, << la Resistenza non poteva svolgersi che entro limiti ben de.finiti e circoscritti. Sul trasformismo dei più, sul pronto mimetizzarsi generale e sull'eroismo dei pochi, non poteva realmente fondarsi un novus ordo. L'adesione alla democrazia fu troppo superficiale ed improvvisa al di fuori di gruppi di minoranze attive, perchè essa non subisse, dopo i pronti entusiasmi del '45, un progressivo infiacchimento ». Non c'è pertanto da meravigliarsi se oggi, << di fronte agli orientamenti generali della politica internazionale; di fronte alle difficoltà di una ricostruzione materiale e morale, faticosa perchè scarsi sono gli elementi che possano operare in tal senso, non tanto rinasce il fascismo quanto la mentalità conformistica, la passività intellettuale e morale che il fascismo hanno caratterizzato ». Date queste premesse, è facile comprendere come il Bauer rifiuti ogni tentativo di schematizzare il problema storico del fascismo in una semplicistica contrapposizione di proletariato e borghesia, (115] Bibloteca Gino Bianco
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