Nord e Sud - anno IV - n. 36 - novembre 1957

governi di Parigi facevano per conservare l'impero. E gli stessi alleati, gli americani in primo luogo, potevano trovare ogni giorno conferma di questa impressione nell'atteggiamento dei dirigenti francesi verso i nazionalisti indocinesi. S'è già accennato il modo con cui i francesi avevano affrontato il \problema dei loro rapporti con questi ultimi e si sono dette le condizioni in cui alle forze nazionalistiche erano state fatte certe importanti concessioni, i rappresentanti delle forze politiche del Viet-Nam cui tali concessioni erano state fatte e le riserve mentali che a Parigi come a Saigon i responsabili dell'amministrazione coloniale avevano sempre messo nei loro atti. Su un punto, tuttavia, v'era sempre stata da parte francese una forte resistenza, la concessione dell'indipendenza totale: qui le promesse erano state infinite ed infiniti i rinvii, i tentativi di diversione, gli sforzi per insabbiare la questione, con quanto danno della posizione dei nazionalisti di fronte alle accuse e alla propaganda dei comunisti ciascuno può facilme11te immaginare. E quando finalmente nel marzo '54 iniziarono a Parigi i negoziati per la concessione dell'indipendenza totale era ormai troppo tardi: il 22 aprile le due delegazioni s'accordarono per una dichia- . razione generale di indipendenza dello Stato del Viet-Nam e di associazione di esso all'U nion Française, ma il 25 il Gabinetto dell'imperatore Bao Dai rendeva noto che il Viet-Nam non poteva amrnettere negoziati internazionali in cui la Francia avrebbe trattato coi ribelli e sacrificati gli Stati Associati. Nel complesso gioco che stava per aprirsi a Ginevra l'imperatore e il governo assumevano una posizione di riserva, e dissociavano clamorosa- ... mente le loro responsabilità da quelle della Francia: il confronto tra comunisti e nazionalisti diventava ormai troppo diretto e le concessioni francesi troppo tardive perchè Saigon potesse trovar qualche utilità ad alli?earsi con Parigi. I francesi raccoglievano, dunque, proprio alla vigilia della Co11ferenza di Ginevra, gli amari frutti dei loro annosi errori. Si potè giungere poi ad u11 compromesso e ad una rettifica nell'interpretazione del gesto di Bao Dai, ma il suo· significato fu subito chiaro a tutti come fu chiaro a tutti che in quel breve comunicato v'era un'indicazione preziosa, l'indicazione· della futura politica che i nazionalisti avrebbero fatto, una politica senza la Francia e magari contro la Francia. (Continua) [1131 Bibloteca Gino Bianco

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