che le drammatiche settimane tra marzo e aprile, nelle quali sembrò a molti di essere assai vicini alla guerra, mostrano appieno la trama di errori in cui s'era irretita la politica francese in Indocina. Allora si constatò meglio che in ogni altra occasione precedente come fosse stato rovinoso l'aver perseguito ostinatamente il disegno (cui si è già accennato) della risoluzione del conflitto in una vittoria totale senza aver tuttavia apprestato i mezzi per la medesima. E soprattutto si constatò quanto rovinoso fosse stato u11 altro errore che la classe dirigente francese aveva commesso, quello della diffidenza verso gli alleati. Certamente anche nella politica indocinese si poteva indovinare lo stile conservatore, che tendeva a fare del conflitto nel Viet-Nam una guerra per la co11servazionedell'impero, eh~ anche per la Jndocina, come già per l'Africa del Nord, ten,deva a trasformare le nuove ,e ancora mitiche st~utture associative nelle antiche strutture imperiali. Ora, ,che i circoli nazionalisti e colonialisti osservassero con sospetto la tendenza americana a mescolarsi negli affari indocinesi, -che vi vedessero addirittura . un tent2tivo di sostituirsi ai francesi, si comprende abbastanza facilmente; ma cl1e in modo analogo pensassero o agissero uomini di ben diversa chiarezza di visione politica riesce assai meno facile da intendere. Pure non <liversamente si spiega l'ostipata resistenza dei governi francesi nel rifiutare ogni forma· d'aiuto dagli Stati Uniti che non fosse puramente economico, l'ottimismo ufficiale sempre spiegato, la risolutezza a non accettare se non quando era ormai troppo tardi il consiglio americano di creare un esercito 11azionale in,docinese e di dare la piena indipendenza al Viet-Nam. Q1 uesta, che era giudicata aspirazione imperialistica degli Stati U11iti -0 nella migliore delle ipotesi pregiu.diziale moralistica ed i11genuo puritanesimo democratico, sarebbe stata una politica certo migliore di quella ravvolta e sospettosa segt1Ìta per più anni da Parigi, di quella che voleva .gli aiuti ma voleva insieme che chi li dava non si impicciasse troppo del loro uso, che voleva che tutto il mondo libero difendesse il \Tiet-Nam perchè restasse ancora francese, che chiamava gli altri in soccorso e insieme li aveva in sospetto. Se dunque l'opinione americana si mostrò tiepida, se i dirigenti di Washington, per volenterosi e bene intenzionati che fossero, furon co- .stretti a tener conto di questa tiepidezza, ciò fu dovuto anche al fatto che per molto tempo la diffidenza francese verso gli alleati aveva dato a tt1tti l'idea che quella indocinese era solo una guerriglia nella giungla che i [112] BiblotecaGino Bianco
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