Così il giorno stesso in cui l'Assemblea Nazionale approvava un ordine del giorno firmato da tutti i capi gruppi della maggioranza nel quale si accettavano le dichiarazioni del governo e si esprimeva grande gioia p er l'imminente conferenza, il Ministro degli Esteri del Viet-Minl1 dichiarav a alla radio di Pechino, che il suo paese era disposto a negoziare con la Franc ia la soluzione del conflitto. Era quasi una sfida, non nuova dal moment o che era già stata fatta mesi in11anzi da Ho-Ci-Min, ma sempre significativ a del fatto che il comunismo indocinese credeva di poter trattare coi france si da potenza a potenza: e sarebbe potuta restare tale, una sfi,da cioè un p o' 1nillantatrice, nell'opinione dei più se meno di una settimana dopo no 11 fosse intervenuto il fatto nuovo dell'attacco di Dien-Bien-Fu. Dal pun to di vista della condotta militare della guerra in Indoci11a il fatto 110n e ra poi nè interamente nuovo nè interamente imprevedibile: i comunis ti, come s'e già più volte accennato, erano ormai all'attacco da molto temp o e non si contentavano più di tenere in scacco gli avversari ma svolgevan o un effettivo combattimento di conquista del territorio: le offensive inve rnali francesi erano tutte fallite, l'iniziativa era dovunque nelle mano deg li altri. Tuttavia non s'era ancora visto che l'armata del Viet-Minh tentas se una grossa e decisiva battaglia, impegnando numerose divisioni e le s ue truppe migliori in un solo combattimento, che mobiljtasse fin uno spieg amento di artiglieria che colse di sorpresa i francesi, che tentasse uno sfor zo logistico veramente formidabile e tutto ciò intorno ad un campo trincera to munitissimo, difeso dal fiore delle truppe del Corpo di spedizion·e, c on campi d'aviazione che gli consentiva110 di ricevere rifornimenti incessan ti di uomini e materiali. E finalmente era assolutamente inedito che gli as sediati fossero francesi e gli assedianti comunisti indocinesi: il tornante del la guerra in Indocina s'era già avuto da molto tempo, ma quest'ultimo fatt o, altamente drammatico e tale che colpiva agevolmente l'immaginazione , mostrava senza più equivoci che il ceto dirigente comu.nista indocinese voleva come fornir la prova del mutamento e far intendere che veramen te era intenzionato a parlar da potenza a potenza. Se fosse lecito trarre in prestito per avvenimenti siffatti il linguaggio del teatro, si potrebbe di re che Ho-Ci-Min (o i suoi consiglieri) s'era dimostrato un regista formidabil e. Ma per la verità l'uomo era un fine politico oltrechè un regista e non lasciava far la guerra ai suoi generali ma la dirigeva egli stesso second o [104] Bibloteca Gino Bianco
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