Nord e Sud - anno IV - n. 35 - ottobre 1957

mente a rendere più acre e risentita la disposizione di spirito di chi pur avvertiva che nelle cose era una necessità ineluttabile. Appunto uno stato d',animo poco sereno, dove il risentimento si mescolava alle legittime preoccupazioni e il timore e la sfiducia nelle proprie forze accompagnava un giustificato sospetto: tutto ciò impediva di vedere quel che di vera~ mente positivo era nelle disposizioni del trattato della Comunità Europea di Difesa, non solo le concrete garanzie contro un.a rinascita della macchina di guerra germanica, ma anche la validità di una scelta fondamentale, la scelta europeistica. E. si deve aggiungere che, poichè, piacesse o no, la costruzione europea era venuta prendendo le guise esterne della C.E.D., nella misura in cui questa faceva tutt'uno col riarmo della Germania, lo stesso slancio europeistico subiva l'usur,a dell'avversione ad una Germania riarmata ed era poderosamente frenato. Contro tutti questi sentimenti e giudizi si poteva e si doveva polemizzare in sede politica per svelarne gli equivoci e le contraddizioni, m.a intanto bisogna procurare di intenderli nelle loro ragioni se si vuole fare opera di comprensione • storica. Un bilancio, come si vede, tutto oscuro e forse ingiusto, poichè non teneva conto del molto lavoro che pure i governi avevano fatto dal '44 in poi in difficilissime condizioni: ma, per ingiusto che ciò possa apparire a chi consideri 'le cose nel loro svolgimento, esso non determinava meno uno stato d'animo esasperato e insieme violentemente polemico, il desiderio di un mutamento rapido e decisivo. E nella lunga crisi del giugno '53 v'era stato un momento in cui l'ora del mutamento era parsa vicina, quando cioè dai b,anchi del governo, solo, Pierre Mendès-France, Presidente del Consiglio designato, aveva ·chiesto l'investitura al Parlamento. Il forte discorso che egli aveva allora pronunciato era risuonato come un atto di accusa, allusivo ma appassionato, dell'immobilismo nel quale si era.no acconciati i precedenti governi e che aveva avuto l'effetto di deterio• rare le posizioni del paese in ogni campo e soprattutto in quello economico (e qui l'accentuazione era conforme alle disposizioni naturali dell'ingegno di chi chiedev,a l'investitura); era risuonato come l'ammonimento che governare vuol dire innanzi tutto scegliere, e cioè fare una po. litica consapevole e coerente, capace di guardar lontano, di spezzare l' equilibrio degli interessi presenti per costruire per il futuro. Alcuni radi- [96] Bibloteca Gino Bianco

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