Nella politica dei cosiddetti << stati associati>>le cose ,andavano forse peggio: gli uomini che avevano desiderato creare qualcosa di diverso e di grande nei rapporti della Francia con le sue vecchie colonie, che avevano preveduto la grande rivolta nazionalistica che covava in Asia e in Africa e avevano visto l'urgenza di porvi riparo, che avevano sognato una Union Française in cui il vecchio colonialismo cedesse veramente il luogo ad un'istituzione originale e viva, nella quale non vi fosse dominio della Fr,ancia ma aiuto a portare alla civiltà popolazioni arretrate economicamente politicamente e socialmente, nella quale al rapporto tra il padrone e il servo si sostituisse un rapporto effettivo di solidarietà umana; quei francesi, insomma, che negli anni solitari della disfat~a e dell'oppressione della patria metropolitana appunto nelle terre africane avevano potuto annodare le fila della rinascita territoriale di uno Stato e che nell' entusiasmo della guerra di religione che lacerava il mondo avevano veramente creduto che una creatura nuova del genio nazionale ,avrebbe visto la luce e avrebbe mostrato al mondo la perenne creatività dello spirito del loro paese, che avevano finalmente consegnato in un famoso documento i loro sogni e i loro progetti; quei fr,ancesi si trovavano ora innanzi una realtà assai più amara di quanto i peggiori pessimisti avrebbero potuto vaticinare. Una lunga disperata guerra continuava in Indocina, gr,avando pesantemente sul bilancio umano ed economico del paese; le terre dell'Africa del Nord sprofondavano ogni giorno di più nel circolo infernale della rivolta s,anguinosa e della sanguinosa repressione; nel Medio Oriente la presenza francese pareva praticamente scomparsa; dal Madagascar il lungo tragico silenzio che aveva tenuto dietro alla ribellione ,annunciava, con una verità più terribile degli incomposti clamori, il perdurare d'una condizione umana intollerabile. Finalmente, nel campo stesso della politica estera, dove pure i governi avevano tenuto una linea coerente, v'era qualcosa che destava le più gravi preoccupazioni: il riarmo della Germania. In un paese stato tre volte invaso dai tedeschi una misura del genere non potev,a essere certo accettata con animo tranquillo: il dramma lacerante era nella coscienza d'ogni francese ed era forse meno nell'apprezzamento dei due pericoli (uno reale e vicino, l'altro potenziale e tuttavia già dolorosamente. speri~entato) che nel contrasto tra l'impulso generoso ad aver fiducia nell'avvenire e la memoria d'una lot~a a morte più volte combattuta. E la coscienza d'essere ri~ultati inferiori nell'ultimo scontro contribuiva certa- [95] Bibloteca Gino Bianco
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