Nord e Sud - anno IV - n. 35 - ottobre 1957

Gli avvenimenti fra il '40 e il '44 non avevano potuto can,cellare d'un sol colpo settant'anni di storia, distruggere le strutture mentali degli uomini, cambiare profondamente le loro opinioni e i loro atteggiamenti politici; non avevano sconvolto nelle fondame11ta un sistema morale e sociale; tanto piu che l'ideale della libertà per il quale si era ,combattuto contro i tedeschi era pur sempre, per certi aspetti, parte di quel passato, e la stessa istituzione politica che si voleva fondare era, anch'essa almeno per certi aspett~ retaggio dello stesso passato. C'era stato, bensì in quei tristi anni della presenza nazista tra le case di Francia, con l'aspettazione di un domani radioso, il giudizio radicalmente neg,ativo sugli ultimi decenni della storia nazionale, i quali apparivano - come sempre accade in simili circostanze _.. tutti volti soltanto a preparare la sciagura che per allor.a si viveva; e c'era stata, accanto a così totale negazione, la ferma volontà d'un mutamento totale, che investisse le strutture etiche, politiche ed economiche della società. Ma questi sentimenti e giudizi e volontà erano patrimonio di una élite alquanto ristretta, che appunto in essi aveva trovato le ragioni e la forza di una disperata sper,anza prima del '44 e che dopo il '44 in essi ancora trovava le ragioni e la forza di mutare, in molta parte beneficamente, le istituzioni politiche e i sistemi economici e sociali tradizionali. Ma nei fatti non v'era in Francia nel 1944 una situazione veramente rivoluzionaria, e gli stessi uomini nuovi, venuti dalla resistenza, dovettero rinunciare al sogno della città felice e acconciarsi alla realtà del paese, al riflusso che riportava al Parlamento il vecchio personale politico. 1 La designazione di Pinay aveva avuto questo significato; e l'elezione di Coty alla Presidenza della Repubblica era l'apoteosi di tale ritorno e insieme l'ultima vibrazione della « grande paura» del 1944.I conservatori potevano ormai considerare la situ~zione con tutta tranquillità: degli ~ntichi partiti che avevano tenuto il governo della cosa pubblica negli anni immediatamente successivi alla Liberazione, i cattolici sembravano ridotti a proporzio11i assai più ragionevoli e imbrigliati in una maggioranza moderata che ne tagliava ad ogni momento lo slancio e approfondiva ogni giorno di più il divario tra la modernità e l'arditezza delle aspirazioni programmatiche e la concret,a politica svolta nell'opera di governo; i socialisti erano passati ad una opposizione sempre più decisa, dopo un'esperienza logorante di governo, nella speranza di riguad.agnare i voti persi [93] Bibloteca Gino Bianco

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