Nord e Sud - anno IV - n. 35 - ottobre 1957

.sui campi,di battaglia coreani accanto ai soldati americani. E pure allora - come prima, ai tempi dell'adesione italiana al Patto Atlantico, come dopo, in occasionedelle prin:i,ecrisi nel Medio Oriente e della guerra in Algeria - e' era chi insisteva su una funzione particolare dell'Italia, sia pure nell'ambito atlantico, una funzione mediterranea, da perseguire magari attraverso la formazione di un blocco di Paesi latini, inclusa la Spagna di Franco. Uomini che sono oggi saliti a più alte responsabilitàdi partito e di governo, e il cui peso politico è diventato assai più determinante che negli anni tra- , scorsi, sono stati pure fra quelli che hanno sostenuto allora queste tesi,.Le quali sono state riprese quando esplose la crisi di Suez, quando taluni degli · esponenti più autorevoli della Democrazia Cristiana presero posizione contro il «colonialismo» anglo-francese e tornarono ad avanzare l'esigenza dz una mediazione italiana. V'era chi si spingeva a considerare 1neramente fortuita la coincidenza della nostra posizione con quella degli Stati Uniti e sottolineava soprattutto l'aspi,razz·onealla massima autonomia della politica estera italiana in tutti i settori; v'era chi voleva conciliare l'iniziativa mediterranea con quella europeista, ma non più subordinare la prima alla seconda; v'era chi poneva come porro unum l'allineamento della nostra politica esterasu quella della CasaBianca, distinguendosi però dall'atlantismo degasperianoperchè questa esigenza di allineamento non si fondava su una visione di piena solidarietà occidentale, cioè con le democrazie europee e con quella americana insieme, ma tendeva invece a stabilire un rapporto bilaterale, di ti.po salazariano, stretto fra Roma e Washington, anche se in opposizz·onea Londra e a Parigi. Dopo qualche esitazione iniziale il tri·angoloSegni-Saragat-Martino_,co1i l'appoggio di Palazzo Chz.gi,riuscì a infrenare l'offensiva che la coalizion.e degli esponenti di questi revfsionismi aveva sferrato; ma, per la prima volta, si ebbe chiaramente la setisazione di una incipiente disintegrazz·onedella 1naggioranzache aveva sostenuto quella politica atlantica ed europeistache era stata la politica dei Governi del!'on. De Gasperi e più recentemente del Governo dell'on. Scelba. Oggi, caduto il triangolo Segni-Saragat-Martino,manca la mano capace di reggere saldamente il timone della politica estera. I revisionismi hanno trovato via libera, la stessasegreteriadel partito che si è assunto la responsabilità del Governo monocolore, manifesta esplicite velleità revisionistiche; [7] Bibloteca Gino Bianco

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