dallo Schema. Orbene - poiché sembra chiaro come la logica dello Schema implichi non solo (e forse, entro certi limiti, non tanto) il determinarsi nel tempo di un certo andamento delle variabili in gioco, singolarmente considerate; bensì il permanere di determinate interdipendenze reciproche, nella dinamica complessiva di quelle variabili - sarebbe stato più che legittimo, sembra, attendersi anche nell'occupazione addizionale un accrescimento superiore a quello che lo Schema comporterebbe, nell'eventualità di più attenuati incrementi del reddito e degli investimenti. Attraverso una valutazione - senza dubbio grossolanamente indicativa - si può tentare di calcolare, a titolo esemplificativo, quale avrebbe dovuto essere l'occupazione addizionale nell'ipotesi che si fossero mantenute le proporzioni con l'andamento di alcune variabili considerate dallo Schema. Se si applicasse all'incremento del reddito conseguito nel 1956 rispetto a quello del 1954, il rapporto tra l'inaremento del reddito nazionale (+ 63%) e quello dell'occupazione nei settori extra-agricoli ( + 31 ~~) quale è implicitamente previsto dallo Scherlla per l'intero decennio, ne discenderebbe che nel periodo 1955-56 l'aumento dei posti di lavoro, rispetto a quelli esistenti nel 1954, avrebbe dovuto essere del 5,7 % circa, ossia di oltre 588.000 unità: si sarebbero cioè dovute occupare quasi 30.000 unità di lavoro in più di quelle effettivamente occupate nel biennio. Se poi, viceversa, si applicasse all'incremento del prodotto netto del solo settore industriale verificatosi nel biennio - sempre rispetto al 1954 - il rapporto ricavabile dai dati dello Schema tra incremento decennale del prodotto netto industriale ed incremento della occupazione nel medesimo settore, si otterrebbe che nel biennio l'accrescimento dei posti di lavoro. nell'industria (15 ) avrebbe dovuto raggiungere le 315.000 unità, anziché le 226.000 che figurano nelle valutazioni della Relazione al Bilancio (16 ). A questo proposito si osserva, inoltre, che - ritenendo grosso modo valida la cifra di 588.000 nuovi posti di lavoro nell'industria e n.ei servizi in complesso, cui si è giunti poc'anzi - ne risulterebbe una distribuzione delle nuove unità di lavoro da occupare nei due settori produttivi (315.000 ( 15 ). Compresa l'attività edilizia. ( 16 ) Con riferimento ai dati del Rapporto ( v. nota 13), si tratterebbe di una occupazione maggiore di quella verificatasi nel biennio dalle 13.000 alle 38.000 unità. [691 Bibloteca Gino Bianco
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