In questo quadro di ripresa della guerra fredda, di -intervento risoluto degli Stati Uniti nel Medio Oriente, di ripensamento generale della strategia (e quindi della politica) atlantica, nel senso di un ulteriore rafforza-- mento, di un più stretto coordinamento, di una più efficace integrazione, in questa situazione difficilmente si sarebbero potute concepire aspirazioni di politica estera altrettanto inopportune di quelle che, cogliendo peraltro l'occasione dal viaggio del Presidente della Repubblica in Persia, hanno riproposto il problema del <<neoatlantismo », della « svolta mediterranea», della « mediazione » italiana in Medio Oriente. È dall'inizio della crisi di Suez, nel luglio del 1956, che, nel nostro Paese, taluni ambienti politici, prevalentemente cattolici, hanno cominciato a farneticare di una missione italiana nel Medio Oriente. Sono tutti coloro per cui la politica atlantica 1ionha mai significato la migliore, e l'unica, politica estera possibile, ma soltanto un male minore, da accettare tutto al più come estrema concessione alle inevitabili, ma contingenti·, esigen.ze di un dato momento poli'Pico;sono tutti coloro che non hanno mai sentito la NATO come lo strumento che deve garantire l'inserimento permanente del nostro Paese nella Comunità delle democra.zie occidentali e che deve consentire alle forze democratiche i"talianedi vincere in Italia contro tutti i totalitarismi e tutti i confessionalismi; sono cioè coloro i qua/,i amano mettere l'accento piuttosto sui problemi << nazionali>>e <<sociali>c>he sui valori di democrazia e di libertà; e sono anche coloro che, come afferma Spa.. dolini su Epoca, si trovano << impegnati a dimostrare - attraverso la crisi del Medio Oriente - la fine dell'Europa in quanto sede della civiltà lib,erale, laica e democratica>>O. ra questi· ambienti·Jsul declinare del!'estate, si son dati nuovamente· convegno, come lo scorso anno per Suez, al fine ,ii determinare una velleitaria << svolta mediterranea>>della nostra poli"tica estera; e hanno scelto come punto di abbrivo la lontana regione persiana, non meno minata per noi·di tutte le a/,treregioni del Medio Oriente, anche se a Teheran la situazione non è oggi quella del Cairo e di Damasco. L'on. Fanfani ha scritto che non Ji può « non lodare il Governo italiano per aver preparato, fatto effettuare e secondato il viaggio del Presidente della Repubblica>>in Persia. Noi invece riteniamo che, per << aver preparato, fatto effettuare e secondato » questo viaggio, il Governo debba essere biasimato; e lo debba essereancora di più perchè ha consentito che I 5] Bibloteca Gino Bianco ,,
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