di, si tratta di creare nel decennio 3.200.000 << nuovi » posti di lavoro nei settori produttivi suddetti. Alla realizzazione dell'incremento del reddito - che dovrebbe aumentare nel decennio in ragione di un saggio medio annuo pari al 5 %, come è ben noto - l'occupazione addizionale dovrebbe concorrere nella misura del 44,2 % e l'incremento della produttività degli occupati nei settori extra-agricoli vi dovrebbe concorrere nella misura del 38,2 % ( ciò che comporta un accrescimento della produttività in ragione di un saggio medio annuo del 3 % circa); alla rima11ente parte dell'accrescimento del reddito dovrebbero provvedere l'incremento del prodotto netto del1' agricoltura, nonché lo sfruttamento integrale delle capacità produttive ancora inutilizzate (o non pienamente utilizzate) esistenti all'inizio del decennio, nelle proporzi<?ni, rispettivamente, dell'8,4 % e del 9,2 %. Dai dati esposti nello Schema sembra infine potersi desumere che dei 3.200.000 nuovi posti di lavoro dovrebbero localizzarsene, al Nord, 1.850.000 (pari al 58 % circa) ed al Sud 1.350.000 (pari al 42 % circa) (11 ). Ciò posto, si possono svolgere alcune considerazioni sugli avvenime11ti realmente verificatisi in tal campo - secondo i dati ufficiali - e quelli ( 11 ) Queste cifre sono sempre al netto dei posti di lavoro da creare per far fronte alla disoccupazione tecnologica prevista nel periodo. In effetti, nello Schema si ha un'indicazione esplicita soltanto per il numero di 1.850.000 posti da lavoro da crearsi al Nord, di cui 1.000.000 nei servizi ed 850.000 nell'industria: sottraendo tali dati da quelli valevoli per l'intero Paese, si otterrebbero le cifre relative al Sud (1.350.000 in totale, di cui 650.000 nei servizi e 700.000 nell'industria), dato che in complesso i nuovi occupati si ripartiscono tra servizi ed industria rispettivamente per 1.650.000 unità e 1.550.000 unità. Nessuna indicazione precisa si ha invece per la ripartizione di nuovi posti di lavoro da creare per far fronte alla disoccupazione tecnologica. La Sv1MEZ,però, valuta in 1.800.000 ed 1.400.000 i << nuovi » posti di lavoro da creare, rispettivamente, al Nord e nel Mezzo giorno, secondo una ripartizione percentuale, quindi, del 56,25 % e del 43,75 %: i posti di lavoro per riassorbire la disoccupazione tecnologica si ripartirebbero a loro volta, tra Nord e Sud, nella misura di 500.000 e di 300.000 unità (cfr. Sv1MEZ, Notiz1:e sull'economia del Mezzogiorno, Roma 1956 - pag. 103, Tab. 90). In base alla valutazione anzidetta, quindi, potrebbe ipotizzarsi che - ferma rimanendo la distribuzione dei posti di lavoro nell' << indu-· stria » - i << nuovi » posti di lavoro nei << servizi » si ripartirebbero per 950.000 unità al Nord e per 700.000 unità al Sud. [67] BiblotecaGino Bianco
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