fattori congiunturali - vuoi di natura endogena, vuoi di natura esogena, come appunto quelli che intervennero nel 1956 - produca, nel corso dei singoli anni, turbamenti ed oscillazioni nelle tendenze di fondo di un sistema economico in movimento, senza che perciò esse debbano necessariamente annullarsi o capovolgersi. Da questo angolo visuale non si può certo negare che nel periodo 1955-56 il reddito nazionale si sia accresciuto, rispetto a quello conseguito nel 1954, ad un saggio d'incremento medio annuo del 5,6%; superiore - dunque - a quel 5 % che viene considerato un po' come il pilastro centrale delle <<condizioni» per lo sviluppo fissate nello Schema. Ne consegue che il valore del reddito nazionale avrebbe raggiunto nel 1956 un livello che sopravanza quello conseguito nel 1954, all'incirca dell'll,6 %: laddove sarebbe stato sufficiente - secondo le indicazioni dello Schema proporzionalmente ragguagliate al biennio in considerazione - che esso si accrescesse, rispetto all'anno di riferimento, di neanche il 10,3 %. Così pure è innegabile che nel 1956 i consumi risultarono accresciuti, rispetto a quelli del 1954, dell'8,2 o/o, anziché dell'8,8 % come lo Schema avrebbe consentito; mentre invece, dal canto suo, l'ammontare degli investimenti complessivamente effettuati nel 1956 è stato superiore all'analogo ammontare relativo al 1954, nella misura del 20,2 %, anziché del 14,S % come risulterebbe prescritto dallo Schema. E in definitiva può considerarsi più che soddisfacentemente rispettata la ripartizione delle maggiori risorse tra consumi ed investimenti, stabilita dallo Schema nella ri ... spettiva misura di 2/3 ed 1/3, dal momento che nel biennio i consumi hanno assorbito il 61 % delle risorse e gli investimenti il 39 % circa: una differenza, cioè, rispetto alle indicazioni ora ricordate, a tutto favore degli • • • 1nvest1ment1. Del pari - salvo qualche possibile riserva minore - si può convenire sul « soddisfacente >> andamento della bilancia dei pagamenti, del livello dei prezzi e quindi della stabilità monetaria, del mercato monetario e della formazione del risparmio. Tuttavia, né le considerazioni sopra richiamate, né le altre esposte con indubbia chiarezza e competenza dal qualificato commentatore del Bilancio economico nazionale, sembrano sufficienti ad avp.llare pienamente il suo giudizio sullo sviluppo realmente seguito dall'economia italiana, là [63] Bibloteca Gino Bianco
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