ludio e l'annuncio, hanno avuto più frequentemente come protagonisti e vittime individui e famiglie dello stesso ceto sociale. Quinto, il più largo contril)uto di causalità ai delitti di sangue e al banditismo risulta offerto in Orgosolo, sul piano storico e sul piano contingente; dalla vendetta come strumento di dominiCJdella lotta mortale tra le famiglie; dalla vendetta in senso lato, di denegata giustizia; dalla vendetta per delazioni, calunnie, false testimonianze, reali o paventate connivenze con la polizia ecc.; vendetta che il Cagnetta esattamente definisce un vero e proprio istituto sociale. Sesto, soltanto una piccola aliquota di delitti e un'ancor più limitata aliquota di banditismo può avere dunque attinenza con rapporti di classe astrattamente intesi. Se invece allarghiamo il senso dei rapporti di classe oltre i limiti angusti de soso meres e de sos teraccos (dei padroni e dei servi), o anche dei ricchi e dei p·overi, e lo estendiamo ai rapporti di struttura economico-sociale del paese e dello Stato, intes·o non soltanto come Stato legislatore, amministratore, esattore, ma anche come fazioso agente e tutore degli interessi di una determinata classe e perciò grande responsabile del regime coloniale cui è stata sottoposta la Sardegna, allora la requisitoria del Cagnetta, può essere accolta. Il saggio del Pinna sviscera con acume, ricchezza di dati, calore umano i due problemi a cui esso s'intitola, e in particolare propone, oltre ad alcuni rimedi complementari contro il banditismo, rimedi sostanziali; e cioè: modificazione dell'ambìente fisico-economico-sociale, una fitta rete di strade e il popolamento della campagna deserta. Il saggio del Pigliaru sottolinea che il banditismo sardo è, piuttosto eh~ il risultato di una somma di avventure private, un fatto ambientale in massi-- mo grado; che la civiltà nazionale s'è presentata al confine della cerchia mon-- ta11a del Nuorese con forme piuttosto oppressive che liberatrici, piuttosto indicanti velleità di sfruttamento che senso responsabile di sociale solidarietà. Anche alla luce di alcuni modi di dire dialettali (contributo, questo, quanto mai originale) relativi alla galera, alla giustizia, al sentimento d'onore e di vendetta, e quelli della precarietà, della lealtà, della virtù, della fortuna ecc., lo studioso arriva a dimostrare che il banditismo è l'espressione culminante di una società chiusa entrata o posta in crisi dal contatto con una società diversamente organizzata e concepita; e che è quindi portata necessariamente ad esasperare quell'attitudine di combattimento che è propria di ogni so. cietà chiusa. E in quanto dunque il banditismo sardo è questo, esso è anche un problema essenzialmente morale, un problema insomma che nessun regime di polizia potrà mai risolvere. Quanto agl'interventi di uomini politici sarà sufficiente fermarsi a quel-- fSI] Bibloteca Gino Bianco
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