Nord e Sud - anno IV - n. 35 - ottobre 1957

Asterischi sul banditismo in Sardegna Tra i giuochi fanciulleschi che erano più in voga nel passato continua a tenere il campo nelle piazze dei villaggi della Barbagia, anche quello detto a bandidos e soldados. Mi trovai anch'io implicato più d'una volta, molti anni fa, in quelle competizioni tradizionali che s'aprivano in un silenzio guardingo e che, via via animandosi e accendendosi, culminavano in un corpo a corpo furibondo. Era una recita in piazza, non senza un suo pubblico formato per lo più da anziani arrimados, invalidi cioè e fermi ad aspettare senza batticuore l'ora della morte. Vi assistevano in apparenza indifferenti, ma chi sa non rimpian. gessero i lontani tempi in cui erano stati attori innocenti anch'essi in manovre affatto simili, regolate da norme delle quali la prima era il combattere , con coraggio o in una schiera o nell'altra, onorevoli alla pari; sicchè le parti s'invertivano a turno secondo un rigoroso calendario. Un'idea meno pallida dei banditi l'ebbi pochi anni dopo, quando chiesi a un mio consanguineo di farmene conosce~e uno vero. Questo avvenne durante una sagra tra religiosa e pagana che si celebrava nella radura d'un bosco, nei pressi d'una chiesetta che veniva aperta una sola volta in tutto l'anno, sempre in quel mese e in quel giorno. Facevamo parte anche noi della folla dei festaioli accorsivi dai villaggi dei dintorni. « Bella pretesa - fu la sua risposta - proprio oggi, e qui? » Poi ironicamente soggiunse: « Guardati attorno: siamo in troppi, non ti pare? ». Non passò molto tempo che già alcune cose segrete sapevo di quel mio consanguineo: fra l'altro che, padrone com'era di molte terre e di molto bestiame, s'era trovato costretto - nella quasi totale carenza dei servizi di pubblica sicurezza - ad abbonarsi coi banditi: a versare loro cioè mensilmente un salario in derrate e denaro, contraendo cosi l'unica polizza d'assi• curazione che gli era stata possibile sulla vita e sugli averi, in quelle circo• stanze e in quei luoghi. Ed ero anche in grado ormai di ricavare da solo il senso riposto di quelle sue antiche parole ironiche: vale a dire che un bandito autentico (non certo uno di quelli da burla della schiera di Giacomo Taula che s'era dato alla latitanza perchè imputato, innocente, d'aver fatto la festa al gatto di Giubilato), un fuorilegge che si rispetti non frequenta le radure dei boschi, nè ama le esibizioni teatrali; piuttosto ha necessità di molto spazio solitario e rupestre, dove il minor numero possibile di occhi lo scorgano e ne controllino i passi. Persino gli amici più fidati, adescati anch'essi dalla taglia, non escluso possano una volta o l'altra macchiarsi di tradimento come Giuda. Continuamente in allarme, il bandito, è sempre pronto a farla pagar cara a chi vuole la sua testa. Simile, lui, all'animale con la testa d'oro, su pecus a conca 'e oro, protagonista d'una fiaba popolare, che prima di farsi far la pelle, la fa esso, in tempo utile, almeno a sette cacciatori. [47] Bibloteca ·Gino Bianco

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