Nord e Sud - anno IV - n. 35 - ottobre 1957

trici, hanno potuto seguire la loro vocazione, che era appunto quella di trasferire il partito, almeno localmente, dalla spond.a riformistica della .solidarietà democratica a quella reazionaria delle alleanze, soprabanco o s·ottobanco, con le « forze nazionali». Perchè, non si deve dimenticare che, se le formazioni di estrema destra non si sono ~ncora del tutto squalificate nell'Italia meridionale, ciò si deve principalmente alle affinità di vario ordine e grado che hanno sempre legato la D1C meridionale a quelle formazioni, tanto che taluni esponenti dell'una sono intercambiabili con gli esponenti delle altre. È la DC insomma che di volta in volta ha con- .sentito la riqualificazione dell'estrema destra: la DC meridionale, che ubbidisce alle stesse vocazioni di cui l'estrema destra è la più scoperta manifestazione. Quali obiettivi comunque si sono proposti DC e << forze nazionali >> .con l'operazione-giunte? Come mai « piazza del Gesù» ha secondato questa operazione? È ancora il nostro corrispondente da Taranto che ,ci sug- ,gerisce una interpretazione da questo punto di vista: << l'obiettivo politicoelettorale della DC è duplice: avere in pugno, senza dover rendere con to ad alcuno, le amministrazioni comunali e sostituirsi alle destre, ne momento delle elezioni, presso alcuni str,ati dell'opinione pubblica tradi ·zionalmente nazioncdi; l'obiettivo delle destre è pur esso duplice: conquistarsi un passaporto di democraticità che accrediti le forze nazional · come indispensabili collaboratori della DC e accumulare ,alcuni vantaggi elettoralistici, e magari anche finanziari, per mezzo delle concessioni di sottogoverno>>. Obiettivi op·posti, dunque, perseguiti battendo la stessa strada. Ma chi è che ha concluso il marché des dupes? I • Ancora nel maggio del 1956 le elezioni amministrative davano precise indicazioni di calo delle destre nazionali in tutto il paese, ma ancora più nel Sud; lo stesso successo di Lauro a Napoli, benchè più cospicuo di quello del '52, si era configurato in termini così chiaramente personalistici e municipali, così isolati ed eterogenei rispetto alle tendenze generali manifestatesi nel paese, da non lasciar adito che a poche marginali osservazioni di interesse politico generale. Ma subito, in sede di formazione delle giunte comunali e provinciali, alle stanche e sconfitte forze di destra correva incontro il generoso concorso di gruppi consiliari democristiani, intesi _a salvaguardare le proprie propensioni e i propri interessi conservatori e «nostalgici», convinti di poter catturare clientelisticamente, ag- [33] . Bibloteca Gino Bianco F7lf""'

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