Nord e Sud - anno IV - n. 35 - ottobre 1957

rivoluzione. Al di qua dì questo salto vi possono essere allentamenti di pressione dall'~lto, eliminazione o diminuzione dei metodi di terrore, riforme (o meglio inizi di riforme) illuminate, ma si tratterà sempre di fasi precarie, di crisi di assestamento, di intermezzi dovuti ad una tregua di oligarchi o alla clemenza ed alla saggezz.a di un tiranno, poiché il sistema non potrà alla lu11ganon riprodurre i suoi caratteri fondamentali. Oggi come oggi, però, r1essun segno indica l'aprirsi in Russia nemmeno di una epoca di 1iforme illuminate. Tutto sta a provare una spaventosa lotta per la successio11e,senza esclusione di colpi, dove il dubbio principale consiste nel sapert' se l'oligarchia evolve verso una dittatura militare o una dittatura di partito (8 ). Non ci sembra che l'interpretazione sociologico-economicistica del Deutscher possa in alcun modo reggersi (9 ). Daltra parte, i recentissimi viaggi di Krusciov in Europa orientale, ed in particolare il viaggio nella Germania di Pankow non indicano nessun mutamento di rotta verso i Paesi satelliti, così come i discorsi del Segretario del PCUS non mostrano alcun elemento nuovo nei rapporti con l'Occidente. È stato giustamente osserv,ato ai « Wishful thinkers » occidentali - i quali prestano fede all'affermazione di Krusciov secondo cui Molotof sarebbe stato liquidato in quanto sostenitore di una politica estera dura ed intransigente - che l'ex ministro degli esteri di Stalin è sempre stato un nego- ·ziatore abile e prudentissimo, il quale non esitò un giorno a stringere la mano di Von Ribbentrop pur di salvaguardare gli interessi ed ampliare i ( 8 ) Sulla funzione propagandistica, che il Cremlino attribuisce, nel formulare le direttive di politica estera, alle « spinte liberalizzatrici dal basso » (funzione resa possibile dall'esistenza costante di un cospicuo numero di << wishful thinkers ~ in Occidente, acutissime le osservazioni di Bertram D. Wolfe, l'autore di T hree men, .who madt;,e a Revolution, nel suo ultimo libro Krusciov and Stalin' s ghost. ( 9 ) Ci siamo diffusi in particolare sulla tesi Deutscher, poiché, data la semplice chiarezza del suo schema, si è venuta ampiamente diffondendo e sembra che abbia molto peso nelle valutazioni del Dipartimento di Stato. Lo stesso George F. Kennan, che aveva criticato i punti deboli della « Russia dopo Stalin » sul Reporter di Max Ascoli (mostrando, con l'addurre l'esempio nazista, che l'industrializzazione di una società è cosa profondamente diversa dalla sua democratizzazione) lo stesso Kennan, d'ac~ordo del resto con C. BohJ~i:i, sembra incline a prestar fede - secondo quanto scriveva recentemente, sulla N. Y. Herald Tribune, Stewart Alsop - alla versione « liberalizzatrice » degli eventi del Cremlino, anche se corretta dall'ipotesi militare. [20] Bibloteca Gino Bianco

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