• chiaramente in questa visione tutta economicistica della politica, per cui il passaggio di una società da una fase di arretratezza agricola ad uno stadio di industrializzazione moderna implica necessariamente la trasformazione d'un regime politico autoritario in un sistema democratico di governo. C'è, naturalm.ente, nella tesi del comunista polacco una parte di vero, che è, però, piuttosto una cons~atazione che non un giudizio critico: l'affermazione, cioè, del costituirsi di una classe di dirigenti industriali e di burocrati (che teme il Terrore, proprio perché rappresenta il Termidoro), stanca delle epurazioni incontrollabili ed a getto continuo, e che chiede un clima di pacificazione politica, per poter consolidare i suoi privilegi sociali e per godere la raggiunta prosperità economica. Ma questo bisogno di tranquillità sociale della managerial elite sovietica è tutto quello che il Deutscher può provare, mentre rimane cl.a provare (ed è quello che solo ci avvicinerebbe alla soluzione del problema di fondo della realtà sovietica) che il desiderio di un sistema non autocratico di governo abbia trovato le strade per manifestarsi politic,amente, abbia potuto cioè costituirsi in efficace strumento di pressione politica per determinare le decisioni fondamentali del ristrettissimo gruppo politico, che siede in permanenza: dietro le mura del Cremlino. Quando si afferma che Krusciov, liquidando Molotov, Kaganovic, Malenkov e Scepilov, ha dato il colpo di grazia alla vecchia guardia staliniana, per venire incontro alle esigenze di liberalizzazione dei nuovi strati sociali sovietici, si dà per dimostr.ato quello che si dovrebbe dimostrare. Non sono molti coloro i quali hanno notato o ricordato che qu.esto, che sembra essere il trionfo della tesi del Deutscher, contraddice però una delle affermazioni principali dello scrittore polacco, secondo il quale alla lotta per il potere apertasi dopo la morte di Stalin, Malenkov e Beria rappresentavano il gruppo liberale· antistalinista, mentre Krusciov costituiva la minaccia del ritorno alla dittatura di partito, appoggiata dalle armi di Zuchov. Non ci risulta che il D·eutscher abbia mai chiaramente stabilito il nesso tra questa affermazione del suo libro ed i recenti suoi scritti, che considerano la defenestrazione di Malenkov e compagni una nuova fase della spinta liberalizzatrice in corso in Russia (sebbene sia difficile seguire ·il Deutscher nei suoi innumerevoli articoli ~pparsi sui giornali europei ed americani, sul Times come sull'Espresso); e si tratta di un particolare che mettiamo in risalto non per il piacere di cogliere il Deutscher in contrad- [14] Bibloteca Gino Bianco
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