Chiarezza, dunque, degli obiettivi immediati e consapevolezza degli scopi lontani presso i comunisti; totale indecisione sul futuro, ma volontà di mettere da parte le soluzioni attualmente prospettate presso l'estrema destra: dal centro-sinistra al centro-destra dello schieramento le cose .si presentavano invece assai diversamente. La S.F.1.0. scontava, con tutta l'acredine che un partito socialista può mettere in ciò, una considerazione della Russia prigioniera della dinamica della sua politica di potenza e affermava, coerentemente alla propria tradizione, che il problema economico-sociale e strategico della Francia in Europa doveva essere risolto con la Germania e non contro la Germania. Forse influiva su questo atteggiamento il mito antico quanto Marx e che aveva pure tentato la lucida intelligenza di Lenin, della Germania come patria naturale del socialismo: Jaurès aveva tutta la sua vita combattuto per un riavvicinamento franco-tedesco e non aveva mai smesso di sottolineare la << admirable force de civilisation et de paix » che era la socialdemocrazia tedesca, il partito fratello della S.F.I.O. ed ,anzi, nonostante le critiche da lui rivolte contro di essa al Congresso di Amsterdam (1904), il partito-guida del socialismo europeo. Ma v'era innanzi tutto il corretto giudizio che, su un piano di politica di potenza, il permanere degli antagonismi economici e politici avrebbe giocato contro la Francia e a tutto favore della Germania. Pure se la tardiva conversione al « cedismo » di Guy Mollet aveva assicurato al trattato di Parigi l'appoggio del partito e la presunzione di una larghissim.a maggioranza nel gruppo parlamentare, appunto nella discussione di novembre si potè constatare che la minoranza degli avversari della C.E.D. era più forte di quel che si fosse sospettato: il che spiega il linguaggio misurato che Mollet tenne al Consiglio Nazionale del 28-29 novembre e la decisione di deferire la risoluzione defi.nitiv.a ad un congresso straordinario. Evidentemente i dirigenti del partito speravano che, se tale congresso si fosse mostrato favorevole all'esercito integrato con una notevole maggioranza, essi avrebbero .avuto maggiori possibilità di imporre la disciplina di voto ai deputati ribelli. Non molto diverso era lo schierame.nto all'interno del partito radicale. V'era, occorre dirlo subito, una certa maggior.anza del gruppo parlamentare che voleva una politica positiva verso la Germania: fosse più vivo il timore di ritrovarsi a breve scadenza accanto ad una Germania armata e non vincolata; fosse l'esigenza di riconoscere finalmente ai tedeschi il [116] Bibloteca Gino Bianco
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