te che questo avvenisse non solo nella formula di una comunità europea di difesa ma che ,apparisse anche come voluto dalla Francia e non già imposto alla Francia. Innanzi all'eventualità di un vuoto assoluto di potenza al centro dell'Europa che avrebbe messo la Francia ad immediato contatto con la Russia; o, innanzi all'eventualità di una Germania unificata e riarmata che avrebbe potuto essere persuasa ad una politica di bilancia tra i due blocchi; l'opzione dell'esercito europeo era la sola positiva politica di ricambio. Al momento della Conferenza di Berlino lo schieramento politico e parlame11tare francese si presentava, tuttavia, ad onta del molto tempo trascorso e delle molte polemiche, dei continui processi di chiarificazione e dei rinnovati congressi ordinari e straordinari dei v.ari partiti, ancora alquanto confusa. Perchè le sue due estreme si trovavano singolarmente d'accordo nel rifiutare la C.E.D., ciascuno aveva naturalmente le sue ragioni p.articolari: e, mentre i comunisti non mancavano di una risoluta politica di ricambio all'esercito integrato, che consisteva nel non riarmare la Germania e tener fermo il vuoto di potenza al centro dell'Europa, conformemente agli it1teressi della Russia, la destra nazionalistica, che compre11deva il più forte dei due gruppi gollisti, l'U.R.A.S., e alcuni indipendenti, intendeva soltanto salvare la « sovranità nazionale» minacciata, e magari cercare di far cosa grata al Comité des Forges colpendo attraverso la C.E.D. anche la Comunità del Carbone e dell'Acciaio. Non era tanto che il riflesso anti-tedesco fosse più forte di quello anticomunista: poiché questi gollisti dovevano le loro orm.ai calanti fortune elettorali innanzi tutto al loro anticomunismo, a quel tanto di bonapartismo come garante dell'ordre morale che era nel gollismo: ma un nazionalisn10 inconsapevole delle misure del mondo contemporaneo, un sogno impossibile di gioire, l'eterna seduzione di una Francia arbitra dei rapporti di potenza sul continente si univano al riflesso antitedesco e facevano tacere per un momento l'avversione al comunismo. Naturalmente la più parte di loro si rifiutava di prendere in considerazione quel rovesciamento delle ,alleanze che i comunisti offrivano; e il ricordo che si faceva del patto franco-russo, firmato a Mosca da De G.aulle nel 1945, era soltanto un argomento polemico invocato a placare le coscienze dei dubbiosi; il che ovviamente non facilitava la chiarezza della situazione avvenire ed ,anzi toglieva all'opposizione della destra nazionalistica ogni prospettiva veramente positiva. f115] Bibloteca Gino Bianco
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