. \ prospettiva di soluzione pacifica della questione, poichè trattare in condizioni di inferiorità sareb,bestato oltrechè disonorevole, sommamente in un politico; quando invece i dati di una superiorità militare parevano acquisiti, si riteneva inutile impegnare una trattat1va nella speranza di poter schiacciare rapidamente e totalmente l'avversario. Erano entrambi ragionamenti viziati nella premessa, poichè 110n tenevano conto del fatto che la situazione milita•re in Indocina non era caratterizzata d,a un'alterna vicenda di improvvisi rovesci e di subitanee vittorie lungo una fronte facilmente identificabile, non aveva cioè l'aspetto di quella che si potrebbe chiamare par,adossalmente una guerra normale, ma era disperatamente irregolare. l raids fulminei e brillantissimi delle truppe paracadutiste non risolvevano nulla, dal momento che i soldati del Viet-Minh ricomparivano miracolosamente un minuto dopo la partenza dei francesi, quando non si spostavano a loro piacere all'interno delle stesse fila nemiche: la meta dèllo schiacciamento dei comunisti era un sogno vano poichè i mezzi no11 avrebbero mai consentito di conseguirla. E poichè i francesi non avre1 b1bero mai impiegato più mezzi (l'Assemblea Nazionale non avrebbe mai autorizzato, inf,atti, che il contingente fosse inviato oltremare), la situazione militare sarebbe restata stabile fino al giorno in cui l'altra parte non si fosse sentita pronta per il combattimento decisivo. Che è ad un dipresso quel che accadde tra la fine del '53 e l'inizio del '54: i comunisti er,ano ormai preparati e qt1esta volta la tattica dei colpi di ariete si rivelò molto presto inadeguata. Malgrado il 22 gennaio avesse inizio l'operazione «·Atlante», da cui il comando francese e il governo di Parigi ,attendeva110 risultati miracolosi, il Viet-Minh non solo non diminuì la sua pressione ma la accrebbe e continuò ad avanzare verso Luang-Prabang su una fronte di 120 chilometri. La gravità della situazione' induceva, il 6 febbraio, cioè meno di tre settima11e dopo l'inizio della controffensiva francese, il Ministro della difesa Pleven ,a lasciare la capitale, munito di poteri speciali, per recarsi in Indocina per un viaggio di informazione. . I violenti attacchi dei comunisti indocinesi, tuttavia, servivano a rendere di più immediata attualità, agli occhi del francese medio, il problema di una soluzione pacifica del conflitto. Fino a quel momento l'uomo della strada s'era sentito scarsaillente impegnato: le madri di Francia non vedevano i loro figli partire per la colonia; le spese erano nella mas- [106] Bibloteca Gino Bianco
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