diati, profondamente divisa e tuttavia capace delle più inaspettate alleanze, di un'assemblea finalmente quasi assolutamente ingovernabile. Il giorno stesso dell'elezione di Le Troquer, a circa diecimila miglia di distanza il principe Buu Loc forma va per incarico dell'imperatore Bao Dai il governo del Viet-Nam. La nuova formazione ministeriale voleva essere tutta diversa dalle precedenti; il suo programma era ardito se non addirittura rivoluzionario: si prometteva una riforma agraria seria e tale che non si limitasse soltanto ad una ridistribuzione delle terre, ma portasse ad un rinnov,amento delle strutture sociali e insieme delle tecniche di sfruttamento, che contribuisse alla formazione di un diverso e più giusto equilibrio sociale e a-11ac' crescimento della produttività, la quale negli ultimi anni era venuta decrescendo, soprattutto a c,ausa della guerra e della guerriglia, in maniera davvero preoccupante; si annunciavano radicali trasformazioni che avviassero tutta la vita politica e sociale delle regioni a,d una sollecita ed effettiva democratizzazione. Questa era la risposta politica alla brusca offensiva che i comunisti indocinesi ,avevano scatenata nelle feste natalizie, all'indomani di certe pubbliche ed imprudenti dichiarazioni del generale Navarre (comandante del corpo di spedizione francese) sulla congiuntura militare particolarmente favorevole. Quasi a contraddire tale fiduciosa certezz,a l'armata del Viet-Minh avev~ iniziata una pericolosa manovra tendente a tagliare in due il Laos e ad assicurarsi il controllo delle principali strade che univa110Hanoi a Saigon. La situazione minacciava di divenire veramente drammatica e un'eco di questa atmosfera preoccupata si poteva sentire anche nell',accenno che il neo-Presidente de·lla Camera faceva agli affari indocinesi nel discorso pronunciato due giorni dopo la sua elezione, ~l momento cioè di entrare in funzione, allorchè ricordava e quasi ammoniva che si dovessero cogliere tutte le occasioni accettabili e compatibili con l'onore del paese per mettere fine al massacro. In realtà fino .a qualche mese prima quasi tutta la classe dirigente francese s'era rifiutata di vedere le dimensioni politiche del conflitto in Indocina ed aveva preferito restare come ipnotizzata, volontariamente o no, dalla situazione militare, e per ciò stesso s'era f,atta prigioniera di un falso dilemma. Quando, infatti, le cose sembravano essere sfavorevoli e manifèsta appariva la superiorità degli ,avversari, si rinunciava ad ogni [105] Bibloteca Gino Bianco
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