maggior parte degli osservatori politici la fiducia accordata al governo Laniel il 6 gennaio era l'espressione del vivo desiderio di tutti i partiti non già di evitare la crisi, ma di rinviarla soltanto. Di rinviarla, cioè, al momento in cui lo schieramento ancora fluido e teso dei contraccolpi delle elezioni presidenziali avesse· riassunto una sua chiara fisonomia, in cui tutti i problemi nazionali e internazionali avessero avuto finalmente un pro.filo e una scadenza precisi. Ma fin d'ora all'estrema sinistra dello schieramento governativo, nel gruppo radicale, si poteva notare un'irrequietezza ass,ai significativa e foriera di novità. I radicali, con il loro tardivo ralliement alla candidatura Coty, temevano di aver contribuito a spostare a destra il meccanismo di tutta la vita politica francese e cominciavano a sospettare di essere stati dupes invece che arbitri, a sospettare che stesse veramente per fuggire loro di ma110 il ruolo tradizionale di cerniera dello schieramento politico francese. Più ancora erano preoccupati del rischio che poteva correre la stabilità delle istituzioni democratiche ,a lasciare isolati all'estrema sinistra i socialisti, di tenerli fuori del circolo della vita politica attiva, senza altro rapporto con le diverse forze che quello di una opposizione sempre più pregiudiziale. Per la prima volta dopo la Liberazione, infatti, i deputati della S.F.I.O. avevano votato contro i crediti militari: l'irnportanza politica dell'avvenimento non poteva essere sottovalutata. Quel che era preoccupante non era tanto il fatto che nella motivazione dell'opposizione ai rilievi pertinenti e assennati si accompagnasse il ritorno a vecchi ideologismi socialisti, ma il rischio che questo ritorno di fiamma pacifista, favorito e sfruttato da quella parte del gruppo parlamentare della S.F.1.O. irridt1cibilmente avversa alla C.E.D. (una parte che in quel momento pareva essere solo una forte minorana) portasse ad un rovesciamento socialista in politica estera e privasse l'impostazione fondamentale occidentalistica di quella larga assise di favore di cui godeva nel paese in virtù anche del fatto che la stessa opposizione costituzionale vi si dichiarava fedele. La conversione dello stesso segretario generale del partito, Mollet, era di data abbastanza recente per essere compiutamente tranquillizzante e l'ambizione di Daniel Mayer - che faceva figura di leader degli avversari del1' esercito integrato ed era intanto presidente della Commissione degli Affari Esteri della Camer,a - di riprendere la Segreteria generale troppo forte per non essere rilevata da coloro che avevano altre ragioni per [103] . Bibloteca Gino Bianco
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