tane denuncia questo stato di cose: chiede una politica montana che inserisca la montagna nel ciclo produttivo, industriale e turistico; l'acqua che è stata tolta, l' enegia elettrica, diritto di partecipare alla direzione di enti assistenziali, case e strade, la pensione ». Il solito clichè, insomma, che questa parte politica applica a questioni grandi e piccole con la più stupefacente incapacità di andar dltre la sruper.ficie delle cose. Ma quel che poi veramente preme ad essa è molto chiaramente espresso in un servizio del 2 marzo sull'esodo rurale dal Monferrato: « Andare in mezzo a questa gente, par lare con loro, sentirsi raccontare spesso con la voce incerta dei loro guai, vuol dire comprendere in profondità perchè oggi questo mondo contadino è in movimento, perchè protesti, perchè nascano sempre più numerosi qua e là i convegni e le manifestazioni: abbiamo noi il pallino nelle mani, bisogna giocarlo bene >>. Scarsa è invece l'attenzione che la stampa socialista dedica a questi problemi: prese di posizione precise, salvo errori, non se ne sono avute, almeno nel senso di differenziare una linea d'azione socialista e socialdemocratica da quelle comunista, democristiana o liberale. Nell'informare della discussione parlamentare già citata, l'Avanti!, a commento del discorso di un deputato comunista, ha parlato di << un quadro palpitante - e raccapricciante - della vita che si svolge in taluni dei più poveri centri montani dell'Italia, ·col risultato di uno sgretolamento progressivo del già saldo nucleo familiare contadino, ridotto a non poter validamente resistere all'urto di inumane condizioni di vita». Considerazioni come queste, o altre equivalenti che potremmo citare, non valgono, ovviamente, a definire una posizione socialista originale, o anche solo un interesse non occasionale per il fenomeno dell'esodo contadino. Tra le correnti politiche importanti che abbiano manifestato opinioni sull'argomento, va ricordata anche quella, di composizione piuttosto eterogenea, ma d'ispirazione inequivocabilmente conservatrice, che trova pubblica espressione nella Gazzetta del Popolo e in numerossissimi periodici locali ad essa collegati. Per l'appunto la Gazzetta del Popolo ha condotto di recente, con una serie di inchieste, una vivace campagna di denuncia dell'arretratezza economica della montagna piemontese, che concludeva auspicando solleciti provvedimenti per fermare l'esodo dei valligiani, e difendere le città, prima tra tutte Torino, dal fl 1 usso crescente dell'emigrazione contadina. lin;i [88] Bibloteca Gino Bianco
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