lasciano la campagna per la città? ». La documentazione statistica presen-- tata era, per quanto è dato capire, ab:bondante; e molti e analitici gli interventi. Il momento culminante dell'adunanza - quello a cui i giornali hanno dato il maggior rilievo - è stato però un discorso del cardinale Siri, arcivescovo di Genova. Nel considerare le cause dell'urbanesimo, il porporato, tra l'altro, ha detto: << Più che nell'insufficienza di territorio, o nella situazione economica, esse sono da ricercare in una prof onda ragione morale, cioè in una mentalità generale .che ha perduto il senso della gradualità delle cose. Ci si vuole portare di colpo ad uno standard di vita, a un chimerico livello superiore. Da ciò deriva un crollo di ambiente ed un crollo di tradizioni provocati dal senso di inferiorità, dalla deficienza di istruzione catechistica, di vita associativa, di intelligenza liturgica, e soprattutto da una deficienza ascetica... » (Popolo Nuovo di Torino dell'8 febbraio 1957). Successivamente il relatore piemontese, Don Martinetto, così enumerava i desiderabili rimedi: << Potenziamento dei legami con la parrocchia d'origine mediante un bollettino parrocchiale opportunamente integrato; formazione di famiglie paesane; istituzione di centri d'informazione, collegamento e ambientazione; organizzazione di centri di apostolato; potenzian1ento delle industrie di trasformazione di prodotti agricoli e decentramento di medie industrie altamente specializzate, onde poter sostenere la concorrenza » (ibidem). ·vari altri articoli apparsi negli ultimi tempi nel quotidiano democristiano piemontese manifestano preoccupazioni simili a quelle espresse dal cardinale Siri. Esempio tra i più recenti una nota di Giacomo Ottello, il cui significato è tutto racchiuso nel periodo finale: << Occorre una fervida opera di rieducazione morale 1 della gioventù per metterla in grado di resistere alle fallaci lusinghe delle sirene urbane e per riaccendere nei loro cuori la nobile .fiaccola dell'amore per la zolla, per l'antica arte che f eco11dando la terra assicura dignità, serenità di vita, libertà e indipendenza». A questo modo di interpretare l'esodo rurale fa eccezione un solo articolo, scritto dal deputato Dante Graziosi, che è anche un tecnico agrario. << Sembra una cosa assurda - egli afferma - ma ancora oggi i molti propagandisti di problemi agrari e gli stessi organizzatori sindacali delle categorie rurali vanno propugnando il miglioramento del tenore di vita nelle campagne, sperando, dicono, di evitarne lo spopolamento, nè si accorgono della contraddizione in termini >>. Il Graziosi, ricordando che lo schema [86] BiblotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==