Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

1953 Torino figurava al terzo posto nella graduatoria nazionale dei redditi provinciali, con oltre 498 miliardi di lire, ma nella grad~atoria del rendimento per ettaro di superficie coltivata (che, com'è noto, è uno degli indici più sicuri dello stato economico-sociale d'una zona agricola) scendeva al 67° posto, con 86.182 lire. Nel 1954 la cifra era ulteriormente sces.a,precisamente a 82.182 lire. Si può fare un paragone significativo con la provincia di Milano, la quale, al primo posto nella graduatoria dei redditi provinc~aliassoluti, figurava al terzo posto in quella del rendimento per ettaro, con 268.643 lire. Dietro il fenomeno emigratorio appaiono dunque anclie i segni di una seria disorganizzazione provinciale e regionale del Piemonte. Da ultimo, è importante rilevare che a Torino, accanto all'immigrazione stabile, ha assunto proporzioni ragguardevoli anche il fenomeno del1' immigrazione giornaliera. Secondo l'Unità, i lavoratori che ogni giorno ~ fanno la spola tra i propri paesi e le fabbriche torinesi ammontano a 60.000. È questo un altro, importante aspetto dell'esodo rurale, uno sbocco che dà sollievo .a zone agricole anche discretamente distanti da Torino: paesi dell'Astigiano, del Biellese, del Vercellese, della Val d'Aosta. Si tratta, ovviamente, di un tipo di emigrazione di origine recente, basato com'è su una rapidità e frequenza di mezzi di trasporto che rappresentano in gran 1)arte conquiste di questo dopoguerra. Torino è 1' esempio più vistoso del Piemonte, m~ si può dire che non vi sia centro industriale nella regione che non sia toccato dal fenomeno: data la sua crescente importanza, è da augurarsi che ad esso si dedichi in futuro maggiore attenzione. * * * << Sia più lento e celato, o più rapido e quasi morboso, l'abbandono dell'alpe è come un'ardua paurosa minaccia per l'avvenire, una minaccia che investe non solo il campo demografico, ma che, senza timore di incorrere nella taccia di vane eccessive paure, appare come primo avviso di conseguenze vastissime per l'economia, per il valore fisico della stirpe e anche per la difesa stessa della Nazione ... L'edonistica concezione di vita, che forma la base del movi~e_nto verso l'urbanesimo, lo scarso valore di specializzazione nel lavoro che presenta questa massa rurale immigrata hanno creato coll'ipertrofico aumento della popolazione metropolitana una decrescenza assoluta nel quoziente di natalità, ed infine la formazione di gruppi sempre maggiori di spostati, che non vogliono per ragioni psicolo- [84] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==