.. addirittura, ~ questo punto, sarebbe diminuita a 301.000 unità. Combinando invece i due movimenti, si arriva agli odierni 865.000 abitanti, con un aumento assoluto di oltre mezzo milione di persone. Negli ultimi c_inque anni la provincia, presa nel suo complesso, è aumentata di quasi 162.000 abitanti: 134.000 dei quali rappresentano l'incremento della città di Torino, 26.000 quello dei 23 comuni viciniori, e solo 2.000 quello di tutto il resto della provincia. Quest'ultima cifra lascia chiaramente intendere che l'esodo rurale continua, specialmente dai 113 comuni sitt1iatioltre i 600 metri di altitudine. Per la cronaca, negli ultimi cinquant'anni è emigrato il 48 per cento degli abitanti della Val Soana, il 40 per cento di quelli della Val Chiusella e della V al Locana, il 45 per cento della popolazione della Val Stura di Demonte, il 35 per cento di quella delle Valli di Lanzo, il 24 per cento degli abitanti della Val di Susa (da La Stampa del 2 dicembre 1956). Quali siano le condizioni di vita in questi paesi lo dicono in modo eloquente questi ~Itri dati: di quei 113 comuni, 100 mancano tuttora di strade di collegamento con un terzo delle loro frazioni, 68 sono privi di fognature, 46 mancano di acquedotto, 27 di luce elettrica, 24 di medico condotto, 36 di farmacia, 11 di uffici postali e telegrafici. L'eccezionale imponenza del fenomeno immigratorio è confermata dal confronto - pubblicato nell'ultimo annuario statistico del comune di Torino - con l'afflusso di immigrati nelle principali città italiane. Dal 1 novembre 1951 al 30 giugno 1956 gli immigrati a Torino sono stati più di 169.000, contro 188.000 a Roma (che ha una popolazione più che doppia), 90.000 a Milano, 63.000 a Napoli (quasi bilanciati dai 58.000 emigrati), 73.000 a Genova, 55.000 a Palermo. Di questa mass.a di immigrati, il grosso non è composto, come comunemente si ritiene, da meridionali, ma da settentrionali: nel periodo tra il 1 gennaio 1954 e il 31 dicembre 1955, ad esempio, su 94.460 immigrati i settentrionali ammontavano a 63.123. Di essi, 44.324 provenivano dal Piemonte e dalla Valle d'Aosta; la montagna e la campagna della provincia di Torino contribuivano con 20.969 unità. I veneti erano 8.857 persone. I meridionali erano 16.727, ai quali si ,aggiungevano 5.933 persone provenienti dalle Isole. Per inciso, il divario tra economia cittadina ed economia agricola nella provincia di Torino tende lentamente ad aumentare: basti pensare che nel [83] Bibloteca Gino Bianco
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