turistico. E' una questione aperta, che va discussa - e non potrebbe essere altrimenti - sul piano della convenienza di i11dirizzare investimenti pubblici, necessariamente ingenti, verso la montagn~ piuttosto che verso altre destinazioni. Nella provincia di Cuneo il declino dell'agricoltura alpina ha aspetti ancor più vistosi che in Valsesia e nell'alto Biellese. Il 60 per cento del suo territorio, cioè 4.489 chilometri quadrati, è occupato da montagne, con quindici valli in cui sono disseminati 87 comuni. Nell'ultimo mezzo secolo la popolazione di questi paesi è diminuita in media del 36 per cento, ma in qualche località si sono raggiunte punte dell'80 per cento e oltre: le case disabitate sono oggi 4.000. Questo stato di cose non meraviglia, se si pen5ia che, essendo tuttora la grande maggioranza della popolazione attiva cuneense impiegata nella agricoltura, il reddito annuo complessivo del settore è inferiore a quello prodotto d,all'industria e dal commercio (l'industria, esercitata da circa 900 aziende, occupa all'incirca 25.000 persone, su una popolazione provinciale di 580.000 unità). Tra l'altro, alcune produzioni agricole tipiche sono fortemente diminuite negli utimi anni: quella delle castagne, ad esempio, è passata cl.a480.000 a 280.000 quintali, mentre si è ridotto di circa un terzo l'impiego del castagno nell'industria del tannino. Quanto ai paesi di mo11tagna, una delegazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla miseria condusse su alcuni di essi, nel 1953, un'indagi11e, dalla quale vale la pena di togliere alcune osservazioni, che hanno conservato a tutt'oggi piena validità. A proposito della Valle di Stura la delegazione così si esprimeva: << È noto che nelle montagne la proprietà privata consiste di piccole particelle di terreno estremamente frazionate, e . in genere appena sufficienti a sostentare una famiglia. Nella provincia di Cuneo, questo aspetto della proprietà è ancora più acce!)tuato, particolarmente alle maggiori altitudini, dove l'estensione dei terreni di proprietà comunale è così vasta da raggiungere in alcune località 1'80 per cento dell'intero territorio del comune. Vi sono pochissimi poderi che superino i 5 ettari di superficie: la maggioranza è sui due terzi di ettaro, e persino quei due terzi sono frazionati in più pezzetti di terreno, spesso a considerevole .distanza uno dall'altro. Di conseguenza il reddito è bassissimo. Un chiaro esempio è dato dal confronto tra l'affitto della terra e il reddito [79] BiblotecaGino Bianco
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